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GULLERMO

D> raccontami la trama di ‘Macario’.
R> è un film di cui ricordo che la trama principale è relazionata alla morte. Si racconta ogni avvenimento accaduto a un indigeno messicano il quale, come altri indigeni, vive di stenti soffrendo la fame. La storia inizia quando Macario decide di rifugiarsi nel bosco per mangiare da solo, tanto era la fame…un pollo o non ricordo cosa…e va sul monte. Li gli appare la morte. Gli dice che se lo invita a mangiare un boccone del suo cibo lei gli farà un dono. Attraverso questo dono Macario ottiene la capacità di sapere quando il destino di uno è di vivere o morire. Su questo si incentra la storia del film. Finché viene chiamato a guarire il familiare di una persona molto importante e visto che non può, cominciano a ricercarlo e lo accusano di ‘brugheria’
D> e l’episodio della caverna?
R> è molto importante. Lui comincia a mancarle di rispetto, va da lei chiedendole com’era possibile che l’avesse abbandonato. La morte quindi lo porta dentro la caverna, dove ci sono migliaia e migliaia di candele accese e gli dice:”Guarda, Macario, ogni candela accesa rappresenta un’anima, una vita in questo mondo. Guarda come è facile per me spegnerla.” e subito una vita va in fumo. Gliene indica una:”Sai Macario, questa è a tua candela, la tua anima, la tua vita” e invece che un cero grande quello di Macario….gli restava molto poco da vivere rispetto le candele grandi che indicavano una nuova vita. E gli dice “Io ho tanto di quel potere sugli esseri umani che è facile per me spegnerla e farti morire”. Questa è la fine del film, quella vera, dove la morte ‘sfuma’ Macario. La mattina viene ritrovato in una taverna apparentemente addormentato e invece la morte se l’è portato via. Questa è la storia che ricordo del film.
D> mi descrivi la morte?
R> la morte è rappresentata da un uomo, un barone, di approssimativamente 50 anni, con abiti indigeni di cultura messicana, ossia una tunica larga e un sombrero, un sombrero dalla tesa larga e piatta; è magro e senza barba, molto calmo, non è rapido nel parlare, tutto ciò che dice è saggio.
D> in che modo si condanna Macario?
R> Macario pecca di superbia perché, contravvenendo al patto esige qualcosa dalla morte. Era un patto unilaterale, perché la morte non scende a patti con nessuno. Gli ha detto: “Per il favore che mi hai fatto voglio concederti questo dono”, ma credo che qui, una parte importantissima del film è che, siccome siamo esseri umani, davanti a un prodigio o a un dono, in questo caso è il soprannaturale, e noi vogliamo sapere, crediamo di avere il controllo e il potere. E credo che una parte della morale del film sia questa. Macario ha avuto questa facoltà dalla morte di sapere il destino delle persone, quando prima non era ne sciamano ne brugo, ne faceva purificazioni. L’unica cosa che faceva era entrare, cacciare tutti i presenti nella casa e li aspettava, 5 minuti o 1 ora, finché compariva la morte e in base a se appariva ai piedi del letto o al capo, capiva se la persona sarebbe morta o sopravvissuta. Da qui il fatto che Macario sapeva, quando invece non sapeva niente. Lui aveva questa visione e da lì determinava questa persona “muore” o “vive”.
D> puoi ripetere, ci sono state scariche in audio?
R> il film Macario è del 1960, il protagonista è Ignazio Lopez III e viene trasmesso in Tv durante il periodo che precede e che segue il giorno dei morti. Questo perché la trama centrale parla della morte, della relazione tra i vivi e i morti e in qualche forma credo che prima del 1 novembre viene trasmesso dalla TV aperta perché è parte della cultura e della idiosincrasia del cinema messicano.
D> quando è stata l’ultima volta che hai visto Macario?
R> alcuni anni fa; è un film che mi piace molto perché credo che insegni molte cose, la stessa idiosincrasia messicana, perché il messicano può essere irrispettoso anche con la morte in persona. Credo che in nessuna cultura al mondo esista una relazione così viva con la morte. In Messico ci burliamo di lei, è nostra comare e confidente. Il messicano se ne sente protetto. Quì a Città del Messico poi, dove ogni volta che usciamo non sappiamo se ritorniamo a casa… e allora ci giochiamo. Quindi in una certa qual forma, la morte è sempre con noi.
D> se è così famoso questo film sarà conosciuto dai fedeli della Santa Muerte.
R> Si, sicuro. Credo che ogni fedele della Santa Muerte veda in questo film un punto di partenza. Credo che l’atmosfera in cui viene rappresentata la morte, non come nelle altre culture, con paura, ma come essere umano…puoi essere tu, può essere il vicino, non c’è ragione di avere paura.
Quindi questo. Mostrare un uomo, col volto tuo o mio, non deve far paura a nessuno.
D> questa versione della devozione quando è nata secondo te?
R> vedi credo che la Santa Muerte comincia a comparire, tornando al film di Macario, già a quell’epoca, negli anni 50 e 60. Già esisteva l’inclinazione ad adorare certe entità, come in questo caso la morte. Nella migliore delle ipotesi non esisteva l’immagine così come noi oggi la conosciamo. A partire da quegli anni a oggi l’immagine è diventata quella di uno scheletro per il fatto che è così che è stata rappresentata dalle altre culture. Per i messicani e quindi anche per me, la Santa Muerte è la persona che ti porta via. In altre culture vedono la Santa Muerte come uno scheletro con la falce, così come è descritta nell’Apocalisse. Però in Messico è un po’ diverso: concepiamo la morte come una persona, come un essere umano, come un uomo. Ricapitolando credo che dagli anni 60, 70, 80 la Santa Muerte è intesa come una associazione religiosa. O civile. Credo che esiste da 40 anni, che dai 90 a questa parte sia stata presa come bandiera di certi settori sociali. Può succedere con tutto. E’ come una moda, che però ha radici prima degli anni 60.
In particolare ricordo che esistevano immagini nelle novene, per un gruppo ristretto di persone che l’adoravano.
Negli anni 70 un gruppo ridotto di persone la sceglie ad emblema di culto. Ricordo che al tempo già esistevano immagini e orazioni, esistevano già anche amuleti della Santa Muerte. Negli anni 80 un gruppo di persone che l’aveva già scelta, delinquenti che si sentivano rifiutati dalla stessa religione che ci fa sentire protetti, quella dellla Vergine di Guadalupe e di Cristo, l’hanno scelta come emblema di protezione. Nel 90 ci fu un certo boom, ance se era segreta. Nella migliore delle ipotesi, si univano un gruppo di persone per pregarla e per compiere certi riti, già era stata creata una cappella o qualcosa di simile, già il culto era conosciuto e registrato presso la Segreteria del Governo come culto religioso. Ha il suo registro. Negli anni 80 era segreta e te lo ripeto perché alcuni di noi lavoravano in una tipografia che stampava questo genere di immagini. Non posso dirti quindi che tutti compravano questi oggetti, ma lo facevano quelli che già precedentemente conoscevano questo argomento, chi aveva visto il film, chi ne aveva letto.
D> se ho capito bene, mi stai dicendo che la delinquenza arrivò dopo gli anni 70. E prima?
R> prima era semplicemente un santo che già esisteva. La delinquenza la prese a emblema. Le diedero connotazione maligna perché già era grottesca, diciamo così. Il fatto di mostrarti uno scheletro… gente che si dedicava a lavori illeciti la vedeva come protezione. Era il tipico ladro etc… che andava al lavoro necessitando di votarsi a qualcosa, che certo non poteva essere ne la Vergine di Guadalupe o la Chiesa. Prima la stessa immagine veniva adorata e pregata come succede a S.Judas Tadeo, la Santa Muerte veniva usata per chiedere favori. Però quando questo gruppo la prese ad emblema, lo fece per pregarla di tornare a casa sano e salvo dopo assalti e illeciti vari o traffici. Era la patrona a cui chiedere favori.
D> può essere che il boom degli anno 90 sia dipeso dal cambiamento delle leggi sul culto?
R> credo che alle radici c’è la libertà di culto voluta dal cambio di Governo di allora, che volle l’apertura a livello mondiale del Messico; ma anche per via della linea tollerante della Chiesa di Giovanni Paolo II. Questo permise al governo del Messico di creare un registro di ‘associazioni’. Oggi puoi andare in diversi luoghi della città, soprattutto in uno, a Calzar della Viga, dove troverai una statua per la strada, che viene adorata come fosse la statua di un santo qualunque. Però tutto nasce a partire dal riconoscimento legale del culto.
D> come si è comportata in questi anni la stampa?
R> non c’è stato molto interesse. Sai che una cosa richiama l’attenzione quando è segreta , mentre quando è aperta al pubblico risulta priva di valore mistico. Che io ricordi può esserci stato del trambusto, ma non tale da parlare di persecuzione come negli anni 70 o 80.
D> ricordi articoli degli anni 70?
R> uno della fine degli anni 70, inizi 80. Lo ricordo perché toccava la questione della Santa Muerte a partire dal gruppo dei NarcoSatanicos. Era un gruppo di persone che faceva rapimenti allo scopo di fare sacrifici umani durante le loro cerimonie. Quando si scoprì la vicenda e la cellula venne disgregata, la notizia era da brividi. Nella fattispecie da lì si cominciò a credere che il culto della Santa Muerte necessitasse di sacrifici umani. Ripeto che prima non era così, era un santo come un altro a cui chiedere la grazia.
D> secondo te questo episodio la gente se lo ricorda?
R> una di loro era una donna e credo che stia ancora scontando la sua pena in carcere. Gli altri furono tutti…[…] in casa sua. Credo che i miei coetanei se lo ricordino. E’ stata una notizia molto seguita in tutto lo stato.
D> ricordi altri episodi?
R> no. Tutto quello che è stato relazionato in seguito con la Santa Muerte nasce da quella cellula di narcotrafficanti. La cosa più dura fu quella dei sacrifici umani, non tanto il fatto della resa dei conti, della mattanza. La questione di quei narcotrafficanti era che facevano sacrifici umani in un appartamento segreto. Quando vennero intervistati i 2 o 3 sopravvissuti dissero che il capo della setta venne ucciso perché era diventato pazzo… diceva che per sopravvivere e ottenere il potere bisognava bere il sangue delle proprie vittime. Si facevano trofeo delle vertebre dorsali delle loro vittime indossandole come collane. Gli intervistati raccontano quello che facevano con le vertebre delle vittime.
D> quanti anni avevi?
R> più o meno 20 anni. Se vai all’emeroteca puoi documentarti. Noi l’abbiamo vissuto ed è ancora caldo. Ma soprattutto questo venne conosciuto dal pubblico, e comprendeva persone della polizia e impiegati statali; dando così l’idea di grandezza e di come alcune credenze possano cambiare gli esseri umani.

JUREK PARAMO, recitatore di rosari

R> mi presento, sono Jurèk Paramo, ho 33 anni, sono un dentista, devoto alla Santa Muerte da 4 anni.
D> come hai iniziato?
R> la prima volta fu nel 1992 quando la vidi in medaglia. Poi in immagini, quadri; in verità mi faceva molta paura, per tutto ciò che si diceva. Si diceva che fosse satanica, maligna, che se un suo fedele non adempiva alla promessa fatta veniva ‘masquerido’. Nel 1995 un’amica dell’università, molto vicina, mi raccontò la storia di suo fratello: questo aveva un tatuaggio della Santa Muerte sul braccio ma sua madre non mancava occasione per dirgli di toglierselo, perché era contro le sue credenze e che non era buona. Un giorno lui se lo tolse, per la gioia della madre, ma la settimana dopo che se lo era fatto togliere lo uccisero. Nel 1997 ho perduto due pilastri della mia famiglia, i miei nonni sono morti uno dopo l’altro di novembre. Sono caduto in depressione e la vita non mi dava più una ragione per viverla, non credevo in niente in quel periodo. Per un po’ sono stato un alcolizzato. Un giorno che mi sentivo particolarmente male e solo, decisi che dovevo fare qualcosa. Io vengo da una famiglia cattolica, sono battezzato nella Chiesa Cattolica Apostolica romana, mi hanno insegnato che quando ho bisogno di Dio posso parlargli di fronte a una immagine. Così quel giorno ho pianto disperato davanti a una immagine del Sacro Cuore di Gesù, ho gridato “Signore, voglio solo che tu mi metta in un cammino, che mi dai una ragione per vivere, perché in definitiva non ce l’ho e preferirei morire che vivere una vita così. Voglio essere come eri davvero tu, seguire i tuoi passi.” Ma continuavo ad aver bisogno di un aiuto.
In Messico siamo abituati a pensare che gli sciamani, gli spiritualisti, i santeros o i brugos, ti possono aiutare quando per te, e per me in quel momento, tutto è impossibile ormai. Tutte cose che per la mia professione mai avrei voluto credere. Un giorno ero fuori casa con una vicina che parlava di brugheria e purificazioni e le chiesi di presentarmi a qualcuno, perché ne avevo bisogno. Lei mi avvisò: “Questa persona lavora con la Morte”, al momento dissi: “Allora niente, grazie”. Ma la mia desolazione e paura aumentavano e così un giorno tornai a dirle che volevo conoscere quella persona, che non mi importava con chi lavorasse, che io sapevo da me quello in cui credevo. Quel giorno ho conosciuto quella che sarebbe diventata la mia convivente, la mia compagna. Mi avevano detto lavorava con la Morte, ma casa sua era così piccola e umile, l’unico oggetto religioso che aveva era una immagine di S.Marta dietro la porta. Lei appena mi vide mi disse: “Il tuo problema è a volte facile da risolvere, a volte molto difficile, si chiama solitudine. Vieni in questa casa quando vuoi, stai con noi, non sentirti più solo.” Così cominciai a frequentare quella casa. Un giorno la ascoltai dire alla gente che la veniva a trovare che ci sarebbe stata una cerimonia, li raccomandava di prepararsi. Era la cerimonia per la Santa Muerte. Chiesi di prendervi parte e lei mi disse: “Si, ma promettimi che guarderai e ascolterai, ma stai attento. Voglio chiederti solo di rispettare, qualunque cosa tu veda.”
Mi portarono in Alfareria. Erano in tanti, felici, perché avevano fatto da poco un altare alla Morte, grande, per strada, con una statua a grandezza umana. Qualcuno cominciò a recitare un rosario, io ero di lato all’altare e non riuscivo a scorgerlo bene, ma mi attraeva molto vederla, lei con la sua falce. Fino ad allora l’avevo vista solo in medaglie e stampe, mai in statua. Intanto gli altri recitavano il rosario, cantavano alla Vergine di Guadalupe e chiamavano in preghiera la Santa Muerte ‘Niña Blanca’. Quando tutto è finito si avvicinarono all’altare perché tutti la volevano toccare e poi farsi il segno della croce. Per un momento l’altare rimase vuoto e fu allora che mi avvicinai, in quel momento ho avuto il contatto più forte con l’immagine. In quel momento mi sono venute alla mente tante cose, molti sentimenti, ricordi, nostalgia. Molti pensieri, non immagini, pensieri… sentimenti che avevo vissuto.
Ci sono andato altre due, tre volte, poi sono stato attratto dalla immagine in cui la Santa Muerte porta in braccio un defunto; dicono che si chiami ‘La Pietosa’ perché somiglia alla Vergine della Pietà; alcuni dicono che in realtà il defunto che porta è Gesù. In quel momento la donna con cui ero andato li si avvicina a me e dice: “Vedi Signora, accogli questo figlio, che è solo pieno di tanti dubbi, lui non sa che sei stata tu a chiamarlo”; allora mi spinse verso la statua e mi disse: “Se ti senti di farti il segno della croce, fallo pure.” Stavo per mettermi a piangere, ma il condizionamento esteriore era così forte che feci il segno della croce e me ne andai. Però tutto quel mare di solitudine sparì, li mi sentivo bene e ci volevo restare. Quel giorno stesso ho conosciuto la signora dell’altare, la signora Enrichetta Romero. Diventammo amici, perché lei aveva delle carie da curare, così mentre io gliele curavo lei mi ha accolto in casa, potevo andare quando volevo all’altare. Lei era diventata una mia paziente e io un devoto della Morte. Un giorno mi fece un regalo e per una strana coincidenza anche io il giorno prima le avevo comprato un pensiero, ci scambiammo i doni: io le regalai un ciondolo con la Santa, lei una statua della Pietosa. Preparai un altare a casa mia; gli amici che lo vedevano mi mettevano in guardia, ma quelle cose io già le sapevo, e soprattutto, ora non mi interessavano. Poco a poco lo comunicai alla mia famiglia, ma non andò bene con tutti.
D> come hai cominciato a recitare il rosario?
R> al primo rosario a cui presi parte mi piacque vedere che si pregava la Vergine, e mi chiesi: “Ma perché se preghiamo per la Santa Muerte non inseriamo delle preghiere fatte per lei?” Un giorno andò da Enrichetta una signora che le chiedeva di voler pagare per una messa da celebrare al suo altare; al tempo c’era un sacerdote, David Romo, che si diceva avrebbe fatto la messa. Enrichetta era raggiante che un prete avesse accettato la sua Santa e le avrebbe potuto recitare una messa. Lui arrivò, diede messa e benedisse l’altare, eravamo tutti stupefatti, Enrichetta soprattutto, che però da allora gli chiese di fare messa ogni primo del mese. Tutti eravamo felici di avere il sacerdote, perché una messa è più potente del rosario.
Ci arrivò un invito dal Santuario di Tepatepec e organizzammo il viaggio. Il Santuario di Tepatepec della Santa Muerte è il più vecchio che c’è. La statua appartiene a un’ anziana che ha passato molti problemi legali anni fa per poterla tenere. Lei ha fatto costruire un piccolo santuario in un suo terreno. Bueno, David Romo arrivò e chiese di dare messa, ma non gli fu permesso. Il padre cominciò a dire: “Possiamo innalzare un santuario anche noi, se cooperate, in Alfareria abbiamo già la statua…” A Enrichetta questo discorso non piacque, non voleva passare per quella che si arricchiva con la Morte e non voleva cambiare niente. Padre David aspettò 3, 4 mesi e si ripresentò a chiedere denaro: durante l’anniversario della Santa Muerte ricacciò il discorso del santuario. Gli interessi si erano fatti pesanti e Enrichetta pensò di scaricare David Romo e venne a chiamare me, le dissi: “Non ti preoccupare, io conosco il rosario, posso recitarlo io; ascia solo che metta delle preghiere per la Morte e reciterò io il rosario”, quel giorno ho capito che da che avevo conosciuto l’altare c’era stato uno scambio… fu così che il primo Gennaio 2003 io cominciai a recitare il rosario in Alfareria.
Così il rosario cambiò, alla gente è subito piaciuto che ci fossero preghiere per la Morte, che le chiedono aiuto. Ebbi molti consensi. Cominciò ad arrivere gente da tutto il mondo, giornalisti, il culto era diventato in ‘auge’ perché stava crescendo. Intanto David Romo il prete riuscì a creare il suo santuario usando una casa per missionari, ma si sparse la voce che era un ciarlatano e in molti lo lasciarono per venire in Alfarerìa. Il culto cresceva e le persone cominciavano a volere qualcuno che recitasse il rosario a casa loro, cominciarono a cercarmi. Nacquero interessi, economici per la maggior parte, e di altro tipo; si cominciarono a mischiare questioni di magia, di brugheria.
D> che pensi del fatto che le preghiere che hai scritto potrebbero sopravviverci?
R> boh, non ci ho mai pensato. Ero emozionato, avevo le preghiere in testa, l’idea. Ho guardato le necessità della gente, non l’ho fatto perché sopravvivessero, l’ho fatto per aiutare, per rendere grazie.
D> e se un giorno ci fosse una cerimonia funebre per i fedeli della Santa Muerte?
R> sarebbe bello. In effetti il rosario si recita per i morti. Io non so perché Enrichetta Romero decise di recitarle un rosario, fu lei che iniziò a fare rosari. Insieme al Padre Nostro e all’Ave Maria è la preghiera che tutti i fedeli del Messico conoscono, è un’arma di potere, sono preghiere potenti.
D> quando cominciarono i problemi con la Chiesa?
R> bueno, ripeto che quando ho scritto le preghiere l’ho fatto solo per ringraziare la Santa, per aiutare la signora Enrichetta e le persone che hanno questa fede; non l’ho mai fatto pensando sarebbero sopravvissute, lo feci per aiutare e rendere grazie. Iniziarono ad arrivare i giornalisti, che dicevano che adoravamo la morte e che eravamo tutti delinquenti; tornò la Chiesa e disse che stavamo usando il suo rosario. Vedi, la maggioranza dei messicani è nata cattolica, cattolico si ritiene, io, la mia famiglia anche. Cominciai a dire: “Calmi, non fatevi ingannare”, la Chiesa non accetta la morte perché difende il fatto che Gesù vinse la morte resuscitando. Tornò Romo che si arrabbiò perché c’erano più persone in Alfareria che da lui e cominciò a mettere in giro la voce che il ciarlatano ero io. Ma chiunque sia cattolico può recitare il rosario senza essere ne prete ne avere compiuto studi sacerdotali. Cominciai a mettere in guardia le persone “Guardate che la Santa Muerte è santa perché noi le abbiamo dato questo appellativo, ma non è cattolica, la Chiesa Cattolica non la vuole. Il falso è il prete che dice che nella sua chiesa si può fare la messa cattolica”, lui dice anche per diventare santi bisogna essere stati persone in carne ed ossa, allora mi dica lui chi era la Santa Muerte prima di morire? Perciò non è cattolica. Visto che stiamo usando preghiere a Maria e a Dio Padre la Chiesa dice giustamente: “Non lo accetto, mi stai portando via gente”.
D> ma perché la gente viene dalla Santa Muerte e non in chiesa?
R> Vedi se tu ora necessiti dell’aiuto di un sacerdote che ti dia l’olio santo, puoi averlo solo se sei molto vicino o fai parte della congregazione di quella chiesa, allora vengono immediatamente, sennò puoi scordartelo. Qui in Messico anticamente l’Estrema Unzione era un servizio che il sacerdote era obbligato a dare in qualunque momento e a qualunque ora. Ora viene negato, o mettono regole, devi essere sposato, vivere in santità…la gente, quello che meno vuole è sentirsi oppressa e i più oppressi sono quelli che citavamo: i delinquenti, i deboli e i poveri.
D> che sai delle origini del culto?
R> numero 1, se la signora Enrichetta che ha più di 60 anni lo conosce da che è bambina allora ne ha almeno 50. Numero 2, tra il 1960 e il 1970 si dice che la Santa Muerte sia apparsa a un brugo di Catemaco. Numero 3, la mia convivente che ha 46 anni e anche sua nonna era fedele della Santa Muerte, lei mi ha detto che la prima immagine che vide era una Santa Muerte rossa, con cranio da Neanderthal e veste rosa, anche i suoi ricordi sono di prima del 1960. Si parla anche di un sacerdote francescano, che si dice fosse S.Pasqual Baillon, sia relazionato alla Santa Muerte. Che poi in Messico ci furono i Maya e gli Aztechi e che quelli facevano cerimonie ai morti e alla terra, certo si facevano. Quindi iniziò prima degli anni 60.
D> e dagli anni 60 a oggi?
R> il culto era segreto, erano pochi, nessuno, che portava riferimenti in dosso della Santa Muerte, anche solo una medaglietta. Sempre perché si pensava che solo le forze del male, gli spiriti malvagi potessero avere a che fare con la Santa Muerte. E’ successo nel 1990 che molta gente prese ad indossarla come effige e anni dopo qualcuno cominciò a dire che non è maligna. Che posso dire? Non sono io il cittadino migliore ma non mi considero un delinquente. E poi il culto è individuale e nasce in chiunque, per questo ho raccontato la mia storia. Anche in carcere si venera, è dove si conosce la maggiore oscurità, dove si può conoscere l’inferno stesso. Se questa gente disperata pensa che Dio non li ascolti più, a chi può rivolgere preghiere?
D> la crocifissione era destinata ai peggiori…
R> io dico sempre che la Santa Muerte è in realtà quella che sta sul crocifisso, lui è il santo dei santi, l’innocente.
D> che pensi del modo in cui i media hanno trattato la storia della devozione?
R> superficiale, un lavoro poco approfondito. Una cosa è la copertura di un evento, un’ altra è il giudizio; i media sono stati i più irresponsabili a parlare del culto.
D> è possibile che in futuro si formi un leader religioso?
R> è possibile, perché i devoti sono tanti e stanno lottando per questo. Ci sono altari, personali, piccoli o grandi, espressioni più o meno private, ma perché non c’è ancora un vero un santuario. Alcuni si stanno facendo trasportare dal potere, si manifestano interessi economici, insomma stiamo cadendo nella stessa trappola da cui stiamo fuggendo. Le opzioni sono due: il culto si divide, e lì ci sono possibilità che si formi una chiesa, una religione con statuto individuale; o il culto resta come è e può essere che in un anno…si maneggia molto denaro e si conduce come un culto pagano, dicendo di non volere regole.
D> ci sono anche influenze con la Santeria cubana, anche se si prega con il rosario. Che succederà in futuro con la Chiesa?
R> sappiamo che la Chiesa Cattolica è uno dei poteri che dominano l’umanità in generale. Controllano grandi risorse, controllano la politica e manipolano. Allora? La Chiesa sta perdendo molti fedeli e non le conviene, qualcosa comincerà a fare, forse cambiare tattica. Ma la Santa Muerte non è cattolica, ripeto. Non appartiene a nessuna religione perché appartiene agli uomini, tutti noi moriremo.
D> questa fede uscirà dal Messico?
R> l’unica cosa che noi fedeli della Santa Muerte le promettiamo è di accrescerne la devozione.
D> proselitismo?
R> no, semplicemente, quando hai bisogno dell’aiuto spirituale, ti lasci guidare dal tuo cuore, dal tuo spirito, lo fai per poter continuare a vivere, per poter continuare.

MADRE DI TEPITO

R> mi chiamo Irma Inez Avalos Perrez.
D> quando ha conosciuto la Santa Muerte?
R> 3 anni fa, tramite il maggiore dei miei figli.
D> cosa è successo?
R> si ammalò di una dermatite. Io la pregai tantissimo e le offrii la mia vita in cambio di quella di mio figlio e lei lo salvò. Ecco perché credo in lei.
D> la sua vita è della Santa Muerte?
R> io appartengo alla Santa Muerte e con me tutta la mia famiglia.
D> è la prima volta che mette il suo altare qui in Alfarerìa?
R> è il terzo anno.
D> qual è il significato di esporre il proprio altare qui insieme agli altri?
R> recitarle il rosario il primo giorno di ogni mese e stare con i compagni, è una festa.
D> può descrivere le statue del suo altare? Quando le ha avute e che importanza hanno?
R> questa è la ‘Niña de Velen’ lei è…”come si chiama la tua Niña?” [rivolta al figlio], ecco, non sono stata io a darle il nome a lei, perché lei è di mio figlio; questa è quella ‘Dei 7 Poteri’. La prima e la terza sono mie e mia è anche questa che è per il denaro e l’amore. Ne ho altre a casa. Ne ho circa 30.
D> in un unico altare in casa?
R> sì, ho un altare grande a casa.
D> prega e offre incenso quotidianamente?
R> ogni giorno la prego e le chiedo aiuto. Sono commerciante e le chiedo aiuto per vendere.
D> anche nel suo negozio ha la Santa Muerte?
R> no, perché…[...] dove vado porto un quadro della Santa Muerte.
D> può tornare a dirmi come l’ha conosciuta?
R> tramite i miei familiari, ho cominciato a pregarla perché aiutasse mio figlio. Fece il miracolo e da allora io credo in lei. Sarà lei a venirmi a prendere, e quando lei vorrà farlo io mi metterò nelle sue mani, perché io già le ho donato la mia vita, in cambio di quella di mio figlio.
D> come?
R> chiedendole di aiutarlo. Mio figlio è stato anche cacciato da scuola perché temevano che fosse contagioso, però non lo era, era di origine nervosa. Fu così che mi avvicinai alla Santa Muerte. Il primo gennaio saranno 3 anni che vengo qui.
R> questa strada è il suo altare?
D> ce ne sono altri, ma io non ci vado, vengo solo qui.
D> ricorda la prima volta che vide l’immagine?
R> 5 anni fa, un parente, una piccola Santa Muerte. Dopo la malattia di mio figlio c’è una parte della famiglia che vi crede e l’altra no.
D> discutete?
R> no, rispettano. Lui è mio figlio maggiore, quello che si ammalò, e tramite lui io sono credente. Ho donato la mia vita alla Santa Muerte per salvare la sua. E me lo guarì. Così lei mi fa i favori che io le chiedo.
D> che regalo le fa oggi?
R> ogni primo del mese regalo dolci etc… così come lei aiuta me, io dò. Come lei da a noi, io dò agli altri.

I DUE LADRI

D> come ti chiami?
R> mi chiamo Jorge Hulchisa Maldonado.
D> da quanti anni sei fedele della Santa Muerte?
R> sono 15 anni che credo in lei.
D> come l’hai conosciuta?
R> l’ho conosciuta grazie a mia moglie. Sì, quando io conobbi mia moglie lei già stava con ‘La Flaca’.
D> come è successo?
R> tramite mia moglie.
D> quando fu la prima volta che la vide?
R> la settimana che la conobbi venni qui a casa sua e mia moglie in casa aveva l’altare. Aveva ‘La Flaquita’ in casa. Io l’avevo già vista altrove, però non sapevo niente di lei per capirci. Nè paura ne niente, semplicemente non sapevo niente. Mia moglie mi disse che era brava e bella, che era giusto credere e stare con lei.
D> prima aveva fede in altro?
R> credevo in Dio e nella Vergine di Guadalupe.
D> la Santa Muerte le ha fatto delle grazie?
R> sempre, quotidianamente mi aiuta…candele e acqua, io non le faccio mancare niente.
D> quante statue ha in casa?
R> ho un centinaio di Flaquite tra grandi medie e piccole.
D> da che sei fedele, è cambiata la tua visione della morte?
R> è così bella….per me lei è tutto. Mi ha dimostrato tante cose [...]
D> pensi spesso alla tua morte?
R> le parlo, la vedo. Quando lei vorrà venirmi a prendere io andrò con lei. Io me la immagino così…”Quando tu vuoi, mia regina, io me ne vengo con te”.
D> la preghi ogni giorno? e come?
R> Le recito le sue orazioni, due Padre Nostro e due Ave Maria.
D> preferisci stare da solo con lei o con altre persone?
R> no, solo. Anche mia moglie quando la prega lo fa in solitudine. Le prende le candele e la prega. Se le candele le prendo io sono io che la prego.
D> ci vuoi raccontare un momento particolare in cui la Santa Muerte ti ha aiutato?
R> vedi, io e lei quando ci siamo conosciuti abbiamo avuto un figlio. Quando il bimbo aveva tre anni noi vivevamo al terzo piano e lui cadde a testa in giù. In verità ancora non avevo in lei la fede che le porto ora. Non avevo ancora capito che era così buona. Il bimbo cadde e noi corremmo all’ospedale, ma quando arrivammo, i dottori dissero che lo vedevano male. Io la pregai con una fede enorme, come quando il bimbo nacque, che lo votammo a lei. Così le ho detto: “Non puoi portarlo via, non puoi trattarlo male”. Il giorno seguente mi figlio entrò in coma quando si svegliò dicendo che aveva fame…guero, per me lei è tutto. Questa è la cosa più buona che mi ha fatto, ridarmi il mio ragazzo. Le dicevo: “Lo sai che sono qui e che devi coprirlo con il tuo mantello e proteggerlo con la tua falce”. E una volta cadde. Un’altra volta un figlio di mia moglie l’ha preso sotto con la moto, trascinandolo per metri…beh, ne uscì vivo anche quella volta, il mio ragazzino si spaccò tutta la gamba. Un’altra volta l’ha preso sotto una macchina, lo ha trascinato fino qui davanti e non gli è rimasta che una cicatrice. Guarda, a me mi ha dimostrato…e mi ha dato soddisfazione nel lavoro, con mia moglie…sì, litighiamo però siamo uniti, grazie a lei. E’ grazie alla Santa che sto con lei.
D>Siete felici di vedere che c’è sempre più gente che crede nella Santa Muerte?
R> chiaro. Molti si stanno accorgendo di quanto sia buona, vengono da ovunque. Vengono da ogni dove…che credi, ci sono tanti altari, ma nessuno ha quello che ha lei …non è come qui. Sono messe semplici, sono tutte buone, lei è sempre buona, ovunque si trovi e con chiunque la tiene, però qui…fai tu stesso la prova… vengono qui a vedere ‘La Regina’.
D> E’ vero che molto diffusa tra i tassisti?
R> ce ne sono tanti che portano con se le loro Flaquite e le loro Niñas Blancas nei loro taxi. Tassisti, autisti di microbus, camionisti. I camionisti portano ‘La Reina’. Perché sanno che lei ci protegge e ci guida.
D> conosci i posti dove si fabbricano?
R> molte persone lavorano il fango, la ceramica, la cartapesta. Io sono stato in prigione e lì lavoriamo così, facciamo statue della Santa Muerte.
In tutte le carceri si fanno. Tutti siamo cattolici, in tutti i paesi crediamo in Dio. Dio la sta mandando per tutti, non solo per i messicani. E non la sta mandando perché ti porti via, no, ma perché è buona, perché è lei che ti verrà a prendere. Qui ci sono molte religioni che occultano la morte. Molti di quelli che salgono sulla mia auto dicono che la Santa Muerte è malvagia. No, scusami “Signora, io rispetto la sua religione…parlate di Dio, però lo sapete che c’è un solo Dio” e hai una sola sorella. Abbiamo il nostro S.Judas, la nostra Vergine di Guadalupe e voi avete i vostri. Io credo che molte altre persone la conosceranno, lei è figlia di Dio, non è protestante o di altre religioni. Lei è cattolica. Un cattolico non può rifiutarla, perché è figlia di Dio, Dio la sta mandando.
D> Grazie.
R> l’altare di casa mia, volete venire a vederlo?
D> ci saranno tante persone questa notte per il rosario?
R> no, domattina, perché oggi è il suo anniversario.
D> quando è stata la prima volta che l’immagine è stata messa in strada?
R> questa è la prima di tutto il quartiere. Io ne ho visti di altari, sono tutti buoni, ma nessuna è bella come questa.

IVONNE LA “PEREGRINA”

D> da quanto sei fedele?
R> più di 11 anni. Qualcuno regalò una immagine della Santa Muerte a mia madre che la teneva in casa, senza farci niente. Una signora cattolica che venne un giorno, le disse che non esisteva, che era contro Dio. Mia madre allora la tolse, quel giorno mia sorella piccola smise di parlare. Un devoto della Santa Muerte consigliò allora a mia madre di uscire di notte per le strade, portandosi dietro una immagine nera della Santa Muerte. Mia madre la pregò così, dicendole che se avesse salvato mia sorella le avremmo costruito un altare in cui non le sarebbe mai mancato niente. Da allora passiamo ogni giorno con lei, stiamo sempre con lei, siamo orgogliosi di credere in lei. All’inizio era difficile fare l’altare, oggi abbiamo 50 immagini nell’altare a casa.
D> e questa immagine che porti con te?
R> Questa è stata chiamata “La Peregrina”, perché con lei vado in giro per tutti i rosari, in tutte le strade e in ogni altare. Le persone che la vedono a me non chiedono nulla, parlano direttamente con lei, passano davanti e le chiedono favori.
D> c’è stato qualcuno con cui hai discusso?
R> sì, loro vengono con la loro Bibbia, ma siamo noi a basarci sulla bibbia, perché ci sono 5 righe in cui Gesù, quando muore Giuseppe, santifica la morte. Invece i sacerdoti…io non ci credo che se mi confesso lui mi cancella i peccati, mi purifica; al contrario, io sento che lui ha fatto più peccati di me e di voi. Loro sono venuti e hanno dato fuoco alla Santa Muerte di pietra, gli spagnoli, hanno distrutto i nostri santuari e hanno portato dalla Spagna i loro santi, la Vergine.
R> E tua sorella?
D> Eccola, è qui con me, ora ha 7 anni ed è normale, come se non avesse niente. Si chiama Lisabli Santa mia sorella. Si chiama Santa.

RUBEN

D> presentati e raccontaci la tua fede
R> è una devozione da parte di mia madre, e io continua a crederle perché mi ha fatto tanti miracoli, mantenermi saldo con la famiglia e portarmi avanti, la mia Santa Muerte…prego molto dio che mi dia vita lunga perché possa insegnare alla gente che la Santa Muerte non è maligna. io…avevo molti problemi in strada, però grazie a Dio e alla Santa Muerte mi hanno aperto le porte…il mio nome è Ruben.
D> da quanto sei fedele?
R> da che avevo 10-11 anni, lo era mia madre, mia madre era fedele così.
D> ricordi cosa pensavi della Santa Muerte prima di allora?
R> veramente no. Che conoscessi la Santa Muerte o la realtà…ero completamente perso nel vizio, sin da molto piccolo, non avevo idea di cos’era portare rispetto per qualcuno. Grazie a Dio ora rispetto Dio e la Santa Muerte.
D> in che modo ti ha aiutato ad uscire dal vizio?
R> chiedendole che mi benedicesse, me e il mio lavoro. Grazie a Dio continuo con lei, che è quella che mi da il pane e il pane per guadagnarmelo.
D> come è nato l’altare della Santa Muerte in Moneda?
R> è nato con quella statua della Santa Muerte di legno che è lì. Io esco sempre a lavorare li, e lei la portavo con me. Via via la gente che passava li dove la mettevo ha cominciato ad accarezzarla…così ho detto a me stesso che avrei voluto mettere un altare alla Santa Muerte degli ambulanti. Così lo abbiamo chiamato ‘l’Altare degli Ambulanti’, perché se vengono i poliziotti lo nascondiamo e se vanno via lo rimettiamo…la mia Santa Muerte degli ambulanti, dei commercianti, meglio.
D> li hai il problema della Chiesa?
R> per il fatto che voglio fare un altare li in centro? Il problema è che ci sono varie chiese…[...] abbiamo 7 chiese quasi, tutte intorno e noi siamo li immezzo.
R> e che problemi ci sarebbero?
D> che problemi se mettessimo l’altare li? beh, per la gente che crede in Dio, e io credo in Dio; ma ci sono 7 chiese e la gente che viene non la vede con i miei stessi occhi, la cattedrale è il problema principale, perciò non me lo faranno mettere, perciò nascondo quello dell’ambulantaggio, però…..anche se la nascondiamo, c’è gente che viene a cercarla.
D> ci racconti di come hai messo su l’altare a Neza?
R> l’altare a Neza era un pezzettino di patìo. Io avevo la mia Santa Muerte ma non volevo che la vedesse nessuno. Poi mia suocera ebbe una grave infermità e lei le fece il miracolo. Poi fece un altro miracolo. In cuor mio ho cominciato a sentire che lei voleva un rosario, voleva che le dicessi una messa, che la gente la vedesse, perché aveva cominciato a fare miracoli. Prima cominciò con la famiglia e poi con i vicini di casa. All’inizio eravamo pochi 20-30 persone, poi siamo diventati sempre di più che non ci siamo più entrati, nel patìo, e l’ho dovuta mettere fuori. Anche mia figlia crede nella Santa Muerte. Quando era piccola ha avuto un problema e lei l’ha salvata. Che bello che ci crede, no? Lei sa che dovrà occuparsi lei del mio altare il giorno che morirò, e sa che io vorrò sempre stare vicino al mio altare, perciò io voglio un altare grande. Mia madre era credente e io credo che una madre non ti consiglierebbe mai male, e visto che non c’è più, io mi faccio consigliare dalla mia ‘Flaquita’.
D> che pensi del giorno in cui morirai?
R> credo, come si dice, che la nostra carne è la vera ipocrisia e che il nostro vero corpo è il nostro scheletro. Lei la sento come se fosse la mia stessa persona…secondo me lei sente dolore, perché sento che lei sente, sente il dolore di qualcuno.
D> cosa hai provato quando hai visto l’altare per strada la prima volta?
R> marciare con la gente per chiedere rispetto per la nostra religione…dobbiamo dire che non è una religione eh, perché lei è un angelo. Io credo che alcuni di noi nascono già credendo in una cosa. è un angelo per i ribelli…perché non c’è rispetto…conosco persone che non rispettano madre ne padre. Io sento che va rispettata, che dobbiamo dire da qui a qui.
D> deve essere rispettata anche dai giovani?
R> io credo che i giovani devono rispettare la Morte perché se a una certa età tutto sembra facile allora è facile anche vivere o morire. Col tempo loro impareranno a dare rispetto alla Santa Muerte, quando le chiederanno di vivere di più, ma quando uno è giovane non porta rispetto. Perciò dico, chissà…il tempo, è il tempo e la famiglia, perché quando c’è la famiglia nessuno vuole morire.
D> infatti ho visto molte madri pregare per i figli…
R> perché non se li prenda l’oscurità, mai si prega per noi stessi.

- audio rubato -

R>a me puoi credermi che non me ne accorsi se non quando l’avevo già perduta eh…[piange], perché non ero la persona che sono. Mi andava male, ero perduto. Mi manca molto una madre, anche per una tazza di caffè, te la fa come vuoi…perciò le chiedo che mi guidi, anche quando esco per guadagnare un ‘tacos’ per la mia famiglia. La forza me l’ha data la mia famiglia e mia moglie che mi ha mandato avanti. Quindi le chiedo che mi benedica, che vorrei avere una famiglia come lo era quella di mia madre che erano 7 o 8 fratelli. Ho mio padre ancora, che ha 75 anni, e lui le diceva “così morirai prima” e lei è morta a 47 anni. Mio padre l’ha rispettata, tutti in famiglia crediamo in lei, ti giuro che mi ha aiutato ad uscire da varie cose.
A questo punto della mia vita, come si dice, ho conosciuto il male e adesso che vedo il bene…sto come una bilancia, così, che guarda il tempo, quello che devo fare nella vita, avere una famiglia, un lavoro, tenere duro, perché nessuno vuole morire. Lei è dietro di te che ti da la forza.

FAMIGLIA DI RUBEN, IL FRATELLO MAGGIORE

D> da quanto sei devoto alla Santa Muerte?
R> non crediamo in altro. Quando arrivò nella nostra povera casa non la volevamo, perché credevamo fosse brugheria, e non volevamo trattare con brugos. Io avevo il diabete e stavo sempre molto male, per curarmi andavo al santuario di Pachuca; mio figlio ebbe un incidente gravissimo, glielo raccomandai e sopravvisse, ci fu il miracolo. Poi di nuovo: un proiettile da 9 mm qui in testa, era alla porta di casa qui sotto, lo portarono via e lo operarono. Lo stesso dottore disse: “Se credete in qualcosa rendetele grazia”, il terzo giorno già riusciva a bere, tu ci credi? e mangiava carne di maiale!
Era in coma, ti dico, i dottori dissero che non sarebbe sopravvissuto e che l’unica cosa per salvarlo era pregare. Ti voglio dire una cosa: viene gente quì che vuole che la purifichi, ma io non sono brugo, mi piace aiutare la gente; viene gente tanta che ha problemi con la giustizia e io gli faccio un amuleto, o quelli che hanno problemi con la ‘coca cola’…e voglio ripetere, la fede muove le montagne.

D> e a te cosa è successo? [Al ragazzo]
R> io ho avuto un problema con la legge.
PADRE> quello che succede è che abbiamo una organizzazione, la ‘Emiliano Zapata’, lui è il presidente e io il segretario generale, mia moglie è il tesoriere. Litigavamo per strada per il potere nel commercio e lui era molto piccolo. Lo accusarono di furto, a lui a altre due ragazze a un nostro lavoratore. Un’ altra volta stava in strada qua sotto e una signora ha chiamato la polizia dicendo che gli aveva rubato una cartella. Lei ci ha fatto grandi miracoli.
Molti pensano che la Santa Muerte è dei narcotrafficanti e degli assassini, ma le rendono tributo senatori, deputati e gente della commissione dei diritti umani. Qui all’inizio eravamo in 30 e siamo cresciuti; poi abbiamo un altro santuario nella valle [...] e li abbiamo avuto problemi con la governazione e la Chiesa. Ma qui a casa tua, puoi fare e disfare,no? Senti? Abbiamo un cane sul tetto, uno shnauzer, senza catena.
Questa fede è come un partito politico perché si prendono l’un con l’altro. C’era una Santa Muerte in una chiesa in Tepatepec, Idalgo, il prete l’ha tolta perché riceveva più offerte di tutti i santi. C’è un santuario molto bello li, la Santa Muerte appartiene alla famiglia Hernandez.
D> come ha fatto a finire in una famiglia?
R> ti ripeto, il prete l’ha cacciata perchè non gli piaceva che ricevesse più offerte delle altre statue. Allora loro hanno iniziato una causa legale che hanno vinto, perché non gli piaceva che la loro statua stesse in una cantina. Ora la tengono a casa loro e la fanno visitare il sabato e la domenica, non durante la settimana perché ci vanno in molti e hanno dovuto fare un accordo col governo. Quando è la sua festa tutto il centro, tutto Tepito ci va.

D> tu pratichi?[Alla figlia]
R> mio cognato era l’unico che aveva una piccola Santa Muerte dorata, ma la teneva nella sua stanza, perché dicevano che era brugo e ci faceva paura. Ci furono scontri quel maggio in centro, tra poliziotti e commercianti e mio fratello, che aveva i capelli colorati di rosso, venne arrestato. Rimase 8 giorni in prigione e mio cognato gli disse che la Santa Muerte gli aveva detto sarebbe uscito e così è stato, il giorno dopo. Anche se fu accusato di aver colpito molti poliziotti e sfasciato un auto e altre cose… è da allora che credo in lei.
D> in che carcere?
R> è stato 8 giorni nel Reclusorio Norte.
D> tu studi giurisprudenza, hai amici all’Università che sanno che credi nella Santa Muerte?
R> si una, ma mi dice che non dovrei perché lei sa che se credi nella Santa Muerte allora lei ti prende un familiare, che se le chiedi un favore lei te lo concede, ma ti porta via un familiare. Anche i professori, ma loro non sanno niente, sanno quello che dice la gente, mi chiedono di vederla come la vedono loro, ma io dico loro come è veramente.
D> come è cambiata la tua vita da che sei fedele?
R> mah, come prima, in casa però c’è più pace, prima era come se per difendere la nostra famiglia discutevamo sempre con tutto il mondo, adesso c’è più tranquillità. è diverso, eh.
D> come vedi tuo cognato Ruben ora?
R> più grasso di prima certo! No, più tranquillo, meglio che prima.

FRATELLO RUBEN

D> cosa è cambiato nel quartiere?
R> vedi questa casa? Prima non era così, era un appartamentino in affitto. Siamo una famiglia che lavora sodo, oggi abbiamo un po’ di tempo per riposare, ma prima dalle 5 alle 8 tutti i giorni, via in centro a lavorare. Abbiamo comprato questa casa, tutti sempre a lavorare, anche loro che sono i più piccoli, per progredire devi lavorare. Comprammo il terreno e la gente del quartiere ci vide da un giorno all’altro costruire una casa; prima avevamo un treruote e poi abbiamo avuto un camioncino, poi abbiamo cambiato la macchina. La gente pensò che fossimo narcotrafficanti, venditori di armi, sequestratori,mentre invece lavoriamo. L’invidia, no? Però noi progrediamo e loro rimangono li. Anzi, noi li abbiamo aiutati, perché prima erano viziosi e noi abbiamo dato loro del lavoro, hanno iniziato a venire, anche se un paio di vicine facevano il segno della croce quando passavamo.
D> come vi vede ora la gente?
R> il 24 celebriamo il Bambin Gesù, il 12 la Vergine, li invitiamo e loro vengono.
D> secondo voi la fede è nata in carcere?
R> questo è quello che succede li in carcere, si prega. Io conosco uno che è dentro e dice che ce n’è una di legno, in un tronco di legno, ma è un segreto. Mi ricordo che è nell’ala 2 o 5, più che altro è votarsi a una fede, ma nessuno ti dice “forza, pregala” nononono, nasce dentro di te.
FRATELLO> qualcuno da cominciato a dire che i fedeli erano narcotrafficanti, ma noi abbiamo fatto le marce di protesta, perché il segretario della governazione ci aveva cancellato il registro. Anche negli Stati Uniti ci sono molti credenti. Tu stesso hai visto quante famiglie vengono, mica è solo del carcere, è universale. Il contrario è la Chiesa che lo dice, che dice che siamo assassini. Credi che siamo assassini? [ride] Anche la polizia viene a fare offerte alla Santissima, vengono di notte e di nascosto, 9, 10 pattuglie, suonano la sirena per avvisare che vengono per pregare.

LILIA, PROPRIETARIA ALTARE CALZAR DE LA VIGA

R> quando abbiamo messo la cappella il vicino non era d’accordo. Cominciò a raccogliere firme per farla togliere, perché per lui era una cosa malvagia e del demonio. Poco a poco, quando cominciò a venire più gente che praticava la fede e raccontava dei miracoli avvenuti, si tranquillizzarono. Oggi sono molti i vicini che vengono ai rosari. quante persone vengono? 5-600 persone, ogni mese aumentano. Molta gente chiede di poterla vestire, perché altrove, dicono loro, che devono comprarlo, mentre noi li mandiamo dalla sarta, che ha tutto; lei dice loro quanta stoffa serve e quando sarà pronto. Lo chiediamo per il giorno 12 del mese, perché in quel giorno noi la cambiamo d’abito. Puliamo tutte le immagini, laviamo e le cambiamo il vestito, si ridà l’abito alla persona che l’aveva offerto e lei se lo riporta via. è come una reliquia.
D> dall’inizio
R>inizialmente eravamo solo in 4 della famiglia e qualche amico a porre la cappella, in tutto circa 30.
D> da quanto la tua famiglia è devota?
R> mio fratello maggiore per esempio crede in lei da 15 anni. visto però che all’epoca le persone avevano paura, io non stavo a dire che credevo nella Santa Muerte. Le persone la vedevano male: “La morte? come fai a credere nella morte?”. Non era possibile spiegare: “Io credo in questo, io sono devoto della Santa Muerte”, perché era molto criticato dalla gente. Quindi poco a poco…io la mia Santa Muerte l’ho avuta in regalo 10 anni fa, però ugualmente non sapevamo tra le famiglie che eravamo tutti credenti della Santa Muerte!
D> quando cambiò tutto?
R> da poco. sono al massimo 7, 8 anni che si vedono più altari per strada. Il primo che abbiamo visto noi, è uno che sta a Tepito, Alfarerìa. quindi, quando ci dissero: “C’è un altare della Santa Muerte in Alfarerìa” iniziammo allora a dire: “ma dai, tu credi nella Santa Muerte! vedi che c’è un altare lì ed è molto bella”. Iniziammo ad andare a vederla e a partecipare al rosario, noi e i nostri familiari. Così questo è il motivo per cui abbiamo fatto una cappella. Io tenevo le mie immagini qui e dissi: “No, lei è la mia protettrice e io voglio metterla fuori”, perché qui è dove vivo, perché io sono sola con i miei figli. Iniziarono a venire amici: “Posso accendere una candela? Posso lasciare un cioccolatino?”; fino a che mi chiesero se avevo intenzione di far recitare un rosario alla Santa Muerte. Così venne recitato alla statua bianca il primo rosario, vennero amici e vicini e la famiglia.
D> fu come una liberazione?
R> si perché noi già credevamo in lei. per me è la mia protettrice, ma anche tra di noi…che Vero e Juan fossero suoi devoti mica lo sapevo! videro il mio altare e “ma…sì, perché anche io credo il lei”. come ? perché prima avveniva tutto di nascosto, perché alle persone faceva paura. Quando mia madre vide la statua disse: “Ahi, Lilia, ma tu perché credi in questo?” ,”Me l’hanno regalata, dicono che faccia tanti miracoli, non bisogna averne paura”. Ma mia madre, siccome era molto…beh, non molto cattolica, era credente andava in chiesa…e perciò mi diceva: “No, questo non è bene!”. Invece lei ti guida e ti protegge, basta che tu non le prometti quello che non potrai compiere,no? Allora io le metto la sua candela e non gliela faccio mai mancare e mia madre vedeva che io le chiedevo cose…
Mio figlio subì un incidente da bambino, aveva 8 mesi, la pregai veramente tanto e speravo: “Mio figlio si salverà”, gli venne qualcosa in testa e fu operato e gli venne anche applicata una valvola, aveva 8 mesi. Era da poco che me l’avevano regalata e mi misi tanto a pregare con mio fratello. Non con disperazione, per esempio in questo caso a mio figlio è andata bene, capii che mi aveva veramente fatto il miracolo. Mio figlio ha ancora quella valvola e ora ha 10 anni.
D> in che modo decidesti di fare questa cappella?
R> dopo che misi fuori la mia statua, mio cugino e altri hanno cominciato a venire in questo altare, e ci incontravamo anche a Tepito, dove il rosario lo faceva Jurek, lo contattarono e gli chiesero il favore di farne uno qui. Juan, il marito di Vero, comprò la statua, quella che è fuori, la grande.
D> le macchine si fermano?
R> quando faccio le pulizie nella cappella si fermano e chiedono quando è il rosario, quando inizia, cosa possono offrire per aiutare e così all’anniversario. C’è gente in camion o auto che si ferma e lascia fiori.
D> cosa pensi della tua morte?
R> all’inizio ne avevo paura, ma dopo il miracolo a mio figlio, capii che lei ci protegge, e io la prego sempre. Alcuni credono che così l’amore per Dio e per la Vergine possa scemare, la verità è che l’amore per lei è così grande che va anche alla Vergine. Noi poi siamo guadalupani. E’ per la fede e per i miracoli poi che uno si avvicina di più a lei, prima a Dio, ma poi a lei. Prima si chiedeva alla Vergine di Guadalupe, ma ora: “Mia Santa Muerte aiutaci e proteggici.
D> come è andata a finire con sua madre?
R> anche lei ora ci crede. infine ha accettato, mia madre provava paura nel parlare della morte…, ma i avrebbe detto: “Quando morirò così e così…” No, beh…a tutti noi fa paura il giorno in cui moriremo, ma lei non ne parlava mai….credo che prima non la vedeva come deve essere davvero. Era lei a dirmi: “Ohi Lilia, le manca la sua acqua, la sua candela…i fiori sono secchi”; finì per accettarla, poi mi accorsi che la pregava.

RODOLFO, fratello di Lilia

D> ci racconti la storia?
R> 6, 7 anni fa, nel 1997, mio fratello ed io avevamo bisogno di una protezione e ci siamo incontrati in questo culto; conoscevamo altri Santi, ma non ci sembravano sicuri. Così il culto è cresciuto nella mia famiglia. Lavoravo guidando il camion fin dalle 3, 4 del mattino, non che facessi cose brutte…però avevo bisogno di una protezione. Come quella volta che vidi di lontano la polizia e pregai: “Santissima, per favore levameli dalla strada” e quelli cambiarono strada; o quell’altra che mi fermarono e mi dissero: “Vediamo in caserma che roba è quella che trasporti” e però io sentivo in caserma che lei mi avrebbe protetto, e loro mi hanno lasciato andare. E’ protettrice, per noi è questo. Io esco di casa dopo che mi sono raccomandato a lei, tutti i miei fratelli e le mie sorelle fanno lo stesso. Usciamo e rincasiamo migliori: l’amore, l’affetto, il lavoro, tutto quello in cui credevo prima non era riuscito a farlo. Economicamente le cose si sono evolute, perché ho un posto in cui vivere, che forse un giorno diventerà mio, ho una famiglia, figli e un lavoro, con mia moglie vendo candele e oggetti della Santa Muerte.
D> parlaci della decisione di fare una cappella.
R> un giorno abbiamo recitato il primo rosario a una statuina bianca di mia sorella Lilia e da allora cominciarono a venire persone. Abbiamo comprato questa Santa Muerte grande, seduta, e abbiamo deciso di costruirle una cappella per strada, perché era troppo grande. A volte la costruzione si fermava perché ci mancavano i soldi, hanno partecipato tante persone e poi a Gennaio l’abbiamo finita.
D> E il quartiere, come ha reagito?
R> Non ci hanno mai aggredito. La vedono in modo tetro, come se fossimo delinquenti, assassini, i peggiori, lo scarto della società. ma noi non siamo questo, siamo lavoratori, gente onorata che ha bisogno di mangiare e di avere una protezione, e lei ce la da. Come si dice, si nasce e si muore, è il ciclo della vita. Noi invece grazie a lei siamo stati capaci di migliorarci. Lei non è cattiva, io uscivo all’alba temendo che mi avrebbero ucciso, che sarei morto, o che mi sarebbe successo qualcosa.
D> La cappella è proprio per strada, le macchine si fermano?
R> Passano anche macchine di marca buona, o taxi, le si avvicinano, cercano perdono o benedizione. Chi le lascia una candela, chi una composizione di fiori, dipende dalle possibilità di ognuno. Poi, chiaro, questa è una strada principale, esposta. Ci sono anche altre cappelle, più piccole e più nascoste, magari ci va meno gente perché non sa dove trovarle. A me mi è apparsa anche in casa, alla parete; l’importante è non prometterle cose che non puoi mantenerle. Cosa voleva da me e dalla mia famiglia apparendomi persino in casa? Che accrescessi e diffondessi la fede in lei.

padre DAVID ROMO GUILLERM

D> quel è stata la prima?
R> le prime propriamente sono di Idalgo e Oaxaca, con la corona, del XVII sec., e partecipavano alla processione del Venerdì Santo.
dopo il governo l’ha [...]
D> l’immagine vicino alla Basilica è una Santa Muerte?
R> si, le persone le hanno preparato un locale e le celebrano una messa. il contesto è diverso dalla chiesa, perché la gente è più vicina e c’è più folcklore. Vengono in molti dalla zona nord. sono gente comune, commercianti, c’è molta polizia.
D> ci sono molti fedeli nella polizia?
R> la maggior parte, perché li protegge dai pericoli del loro lavoro. Confrontandosi con dei delinquenti, il problema loro è che di frequente rischiano la vita e visto che hanno molte mogli…sembrano mussulmani [?]
D> anche loro vengono in chiesa?
R> si, quando lavorano vicino alla chiesa passano a raccomandarsi a chiedere favori, o un miracolo…molte volte la devozione cambia da altare ad altare, ancora di più quando si tratta della chiesa. Anche vicino a Cancun c’è una Santa Muerte, che viene festeggaita il 31 a mezzanotte. Vengono dal Guatemala, dal Chiapas, Campeche, Yucatan.
D> di quando è?
R> sono 25 anni che la gente si riunisce.
D> la devozione appartiene al sud o al nord?
R> del sud. E’ vecchia di 400 anni, solo che prima era nascosta e clandestina e adesso è davanti agli occhi di tutto il mondo. La sua clandestinità ha permesso che la gente creasse leggende e miti, tante cose che sono parte anche della devozione cristiana.
D> ho sentito le sue parole su questo.
R> c’è una leggenda in cui a un ‘brugo’ appare la Santa Muerte e gli chiede venerazione, in cambio concederà miracoli. L’uomo va dal parroco ma non lo trova. Va a casa e inizia a venerarla. Da lì il culto cresce. E’ una leggenda, perché come ti ho detto la devozione ha 400 anni. Solo che veniva nascosta in stanze e luoghi privati e li le persone le facevano altari e offerte, alcuni recitavano le preghiere di giorno, altri di notte…è che mancava la regolamentazione della chiesa, che ora sta avvenendo.
D> la Chiesa Cattolica è preoccupata.
R> forse perché si è convertito in mal di testa per loro. Hanno provato in tutti i modi a controllarla, appoggiandosi anche al governo di Fox; in definitiva non avevano fatto i conti con quelli che sono usciti per strada a manifestare. Lo abbiamo fatto per mostrare il culto al mondo e impedire che scomparisse, che era quello che voleva il governo.
D> parla dell’aprile del 2004?
R> ci furono manifestazioni in strada e molti videro la Santa Muerte per strada…i devoti lo hanno fatto lottando per la loro fede. Ora il governo ci lascia un po’ in pace, ma è sempre vigile.
D> è recente la diffusione più esplicita dell’immagine?
R> l’immagine che vediamo è europea, non messicana. Con la sua falce, l’abito ellenico-romanico è una iconografia che arriva dall’Europa e precisamente ha le radici nella conquista spagnola, quando imposero la loro religione. In tal modo che le immagini che i nostri antenati avevano della morte erano differenti e non avevano niente a che vedere con quella attuale. Però quella che più conosciamo è proprio quella plasmata dalla Chiesa e presente in diversi templi, oratori e luoghi. La falce ci parla della giustizia divina, perché c’è un tempo per seminare e uno per raccogliere; a falce della morte indica che arriverà il tempo in cui Dio ritirerà il prodotto nato da questa semenza, che sono uomini, esseri umani. Dopo c’è la clessidra , che ci rammenta quanto è breve il nostro passaggio sulla terra. Il globo rappresenta la filosofia e la coscienza dell’ uomo che domina le proprie passioni carnali. Ci sono raffigurazioni che contengono una lampada, che si chiamano ‘del Pantheon’, che serve per indicare qual è il cammino della luce, dell’eternità, della pace in Dio. Quindi, ci sono le derivazioni, come la ‘Santa Coronata’, la Santa in trono, nota come ‘Imperiale’ e tutte quelle che si possono vedere in varie forme.
Questa cappella?. Bene, come è stata creata… questa piazza ha circa 10 anni, dalla seconda visita di Giovanni Paolo II, quando l’hanno rinnovata. E’ stato allora che hanno sistemato lo spazio per la Santa; è grazie al Papa che sta li!. Ha ha…è un altro miracolo di Giovanni Paolo… mentre Benedetto ci condanna.
D> Benedetto vi condanna?
R> si, no…loro, tutta la Chiesa del Messico prova un fastidio speciale per la nostra devozione… incluso per il fatto che noi siamo sposati e le persone non ci rispettano come sacerdoti.
D> lessi il Catechismo su ‘Desde la Fe’…
R> la maggior parte delle persone che vengono [nella sua chiesa] sono cattolici romani e partecipano con noi altri nelle manifestazioni etc… perché a loro non interessano le parole del cardinale, del vescovo o del prete, loro hanno la loro fede, una fede molto forte. Questo è ciò che hanno appreso per vivere. Molte volte Tv e giornali fanno disinformazione, ma loro vanno avanti.
D> Può raccontare la storia della Chiesa della Colonia Morelos?
R> La Chiesa Cattolica Tradizionale è un frutto della Chiesa Veterocattolica, che si è separata da Roma quando è stata promulgata ‘L’Infallibilità del Papa’. Quando molti vescovi europei si sono separati da Roma e hanno formato la Chiesa Veterocattolica. La portano negli Stati Uniti, in Messico, dove fondano piccole comunità, così è nata la nostra Chiesa. Noi abbiamo l’Associazione Apostolica con componenti come il Vescovo della Chiesa, l’Associazione Apostolica per la linea Vaticano-Brasiliana da parte di Don Salomao Feraz, che è stato nominato da parte di Giovanni Paolo XXIII vescovo dell’Euterna e ausiliare della repubblica del Brasile. Questa è la nostra Associazione Apostolica. In Messico c’erano comunità religiose piccole in principio, che poi si sono organizzate e ci hanno mandato anche in America perché ricevessimo l’ordinazione sacerdotale e fondassimo la Chiesa. Sono 45 anni che esistiamo in Messico e serviamo messa. La Chiesa della colonia Morelos si trova in quel luogo perché la casa è stata donata da una credente per costruirvi la chiesa. Lei ora è morta ma le sua ultima volontà dicevano che doveva diventare una casa per sacerdoti. Da quel luogo fede e devozione si sono propagate. Col tempo siamo venuti in contatto con i devoti della Santa Muerte i quali hanno cominciato ad invitarci a recitare messa, finché anche loro sono stati accettati nella nostra chiesa; hanno cominciato a venire a messa, regalare immagini e si inizia a formare la base della devozione, del culto. Questo ci ha permesso di alzare il numero delle comunità in diversi posti di Città del Messico. Qui in Città del Messico ci sono 140 altari. Nella Repubblica Messicana più di 500, in stati diversi, dove la gente fa messa una volta al mese o alla settimana, come può. E’ Città del Messico il luogo di riunione più importante, c’è la caratteristica che puoi praticare con chi vuoi senza tramiti ne limiti. I fedeli ci raccontano i loro problemi e le loro necessità, cercano il nostro consiglio e qualcuno lo applica, cominciando così a cambiare vita.
D> quando ha visto la Santa Muerte la prima volta?
R> essendo messicano l’ho sempre vista lì dove qualcuno l’aveva, stampa o statua che fosse. Però non la prendevamo in considerazione, per noi rappresentava una espressione popolare. 8, 9 anni fa cominciammo a frequentare i devoti e loro ci hanno spiegato cosa rappresenta la Santa Muerte per loro. Io studiai da dove veniva, cercai le tracce del fondamento biblico, storico; parlai con specialisti, antropologi e archeologi e loro me lo spiegarono. Così abbiamo pensato di adattarla alla dottrina della chiesa. In questa forma si è integrata. [...] Gente che a casa, in camera da letto, ha l’immagine della Santa Muerte. Perciò ti dico la devozione è molto antica. Quello che è successo è che le persone l’avevano nascosta per timore di quello che potevano dire i più. Quando abbiamo cominciato a promuoverla noi, nell’operazione di avvicinarne il culto alla chiesa, abbiamo lavorato nel tentativo di togliere la paura e la pratica di nasconderla, perché la portavano nascosta. Siamo stati noi a dir loro di esporla e di farla vedere a tutti. Così sono apparsi altari, ‘escapularios’, medaglie e anelli e molti altri articoli della Santa Muerte.
D> in quale anno si è vista per la prima volta in strada?
R> già dal 2003. Dal 2000 abbiamo avuto più forza e ancora di più ne abbiamo avuta dal 2003. Era il 1999 quando si celebravano le messe per strada perché la gente era troppa, si riempiva tutta la strada e questo attrasse i media che cominciarono a parlarne. Anche la Chiesa Cattolica Romana ci attaccò. Molta gente che ignorava il culto si avvicinò alla chiesa. Oggi contiamo 3 milioni di fedeli in Messico.
D> secondo lei la fede può uscire fuori dal Messico?
R> è un culto tradizionale…la sua forza deriva dagli attacchi fatti dalla Chiesa romana, che invece di indebolirci ci ha dato più forza. Al punto tale che ci sono fedeli fra gli alti papaveri del Governo, che quindi ci aiutano.
D> che ne pensa del classismo messicano, della rigida divisione sociale?
R>si, è molto discriminatoria. Si discrimina molto chi non la pensa come te. Tra i devoti, quelli più danarosi vengono richiamati dalla curiosità. Molti di loro si avvicinano alla chiesa e la finanziano senza comparire; non vogliono che si sappia, però cercano l’appoggio della chiesa per risolvere i loro problemi. A me è toccato fare [...] per la nipote del Cardinal Norberto Rivera. Le chiesi: “Sai chi sono io, qual è la mia chiesa?” mi rispose: “Si, ma non m’importa. Mi importa ricevere la benedizione di Dio. Non credo nel mio Dio credo in voi.” Andò a finire che le celebrai il matrimonio. Le abbiamo benedetto il matrimonio.
D> perché a tutt’oggi non esiste una cerimonia funebre specifica per i fedeli della Santa Muerte?
R> perché riteniamo i rituali della Santa Muerte come rituali di festa e non funebri, che ci permettono di avvicinarci a Dio. I rituali cattolici che usiamo sono quelli del Concilio Vaticano II e ci permettono di trasmettere festa amore e speranza attraverso la rinuncia. Perché la Santa Muerte è rinuncia, la morte è una osservanza maggiore della volontà di Dio; è come un religioso che, entrando in un monastero, deve osservare una regola rigorosa. Molte persone, come il ragazzo che avete intervistato, si sta curando dalla dipendenza da droga e lo fanno per mesi e anni, e la fede li aiuta molto.
D> secondo lei il culto può tornare in Europa?
R>se può tornare in Europa? Si. Gli americani dicono ‘reload’. Loro la mandarono ai popoli latinoamericani in forma di espressione artistica, noi la facciamo tornare come devozione. Una devozione messicana che ora si diffonde nel sud del continente, Argentina, Bolivia, Brasile, dove si venera la versione maschile della Santa Muerte, cioè San La Muerte, ‘Il Barone’. Sia qui che li la devozione è cresciuta molto e via via si lega. Il nostro compito è definire ciò che è giusto e ciò che non lo è, sistemiamo delle parti perché il culto possa funzionare dentro la chiesa cattolica.
D> come ha funzionato l’organizzazione fino ad ora?
R> ora siamo in una fase complicata, in un processo di accomodamento per seguire la linea; questo anche per via di tutti gli attacchi e la disinformazione che conosce il mondo. Ci obbliga tutti i giorni ad elaborare una strategia per cementare adeguatamente la devozione a Cristo, perché non rompa con lui, con la Vergine Maria, Dio Padre e la S.ma Trinità. Questo è fondamentale per noi. Che la gente si avvicini alla comunione, all’ eucarestia, che vada alla Santa messa, che viva la propria fede completamente e non solo una volta all’anno come fanno molti cattolici romani. Se io li invito al Santuario, alla Processione, alla Settimana Santa, loro partecipano; portano da mangiare, portano tutto, perché è per tutti. Dividono tutto, ‘pozole’, mariachi, chi regala da bere e chi il pane. Nella devozione alla Santa Muerte diamo a tutto il mondo. Se uno chiede perché non ha da mangiare, se noi lo abbiamo lo diamo.

CALZOLAIO FEDELE ALLA SANTA MUERTE

D> com’è diventato fedele?
R> andavo al mercato della Merced, e pensai di portarmi dietro una immagine della Santa Muerte; all’altezza di Tepito, una strada dietro, si sono avvicinati due tipi che mi fanno: “Ti stiamo derubando, non vogliamo che 5 pesos, nemmeno vogliamo sapere di che barrio sei”, insieme a me c’erano altre persone e tutti cacciarono dei soldi e li diedero a quei tipi. Quando sono arrivati da me hanno visto che portavo la Santa Muerte e quello dietro ha fatto: “No no per rispetto alla flaquita”, si è inchinato e ha fatto il segno della croce.
D> ci racconta di nuovo di quella donna che era contraria alla sua casetta della Santa Muerte sull’albero?
R> sì, allora, è arrivata per un paio di scarpe e ha cominciato a criticarmi, che la Santa Muerte è cattiva e cose così. Io le ho risposto: “No signora o lei viene per le scarpe o viene per giudicarmi. se vuole giudicarmi si guardi prima lei allo specchio e si giudichi da sola, poi passi a giudicare la sua famiglia, e solo dopo può venire da me.” Perché a me solo Dio e mio padre può giudicarmi.
D> ci racconta la marcia del 2004?
R> sono stato con Padre David Romo. Lui ci disse hce dovevamo fare una marcia, perché il governo voleva toglierci la Santa Muerte. Ci siamo andati tutti, uniti dicevamo “in questo paese ognuno è libero di credere ciò che vuole”, portai con me la mia Santa Muerte. Siamo arrivati allo Zòcalo, le persone ci criticavano, ci giudicavano, le macchine si fermavano. A un certo punto ho sentito dire mentre camminavamo:”Questa è la mia famiglia”, era un fratello che si avvicinò e si tolse la maglietta, così, e rimase col suo tatuaggio della Santa Muerte. In quel periodo il governo andava in giro con i camioncini a smantellare tutti gli altari della Santa Muerte. Mentre noi andavamo i ‘granaderos’ ci hanno attaccati. Poi sbucò all’incrocio padre Romo tutto contento, battendo le mani, perché avevamo vinto, il governo ci aveva promesso di non mettersi contro la Santa Muerte.
D> qual è il barrio che più la venera?
R> da 6 anni a questa parte è Alfareria, Tepito, sono state le due cappelle principali, quella di Tepito e quella della Viga. Sono importanti perché sono posti pericolosi e la gente che vive lì cerca protezione. Perché loro non sanno quando, ma prima o poi possono cadere nelle sue braccia…della morte, nel loro stesso quartiere, per un assalto, un furto, per drogati, delinquenti. Perciò la gente si raccomanda a lei, ma per raccomandarsi a lei bisogna avere fede.

ENRIQUETA ROMERO, DONNA QUETA

D> e’ nata qui?
R> no, sono arrivata qui che avevo 16 anni, ma sono nata in Motolinia, in centro, il 1931, 13 settembre. Arrivai con mia nonna, che mi ha fatto conoscere la Santa Muerte e cominciai a lavorare, ho avuto 7 figli, mio marito morì 22 anni fa e sono 14 anni che vivo sola. La mia vita è stata buona, bisogna anche saperla vivere, ho i problemi che hanno tutte le persone.
D> com’era questo quartiere quando era giovane?
R> beh, è cambiato, specie dopo il terremoto, quando tutte le case sono cadute. Il mio padrone ne aveva una quarantina, gli furono tutte espropriate, tranne che Alfarerìa 12. Lui si offrì di vendercela per 6 mila pesos, ma noi non li avevamo…arrivarono quelli della Chiesa metodista che ci aiutarono e ci comprarono la casa.
D> ha sempre vissuto con sua nonna? fu lei a trasmetterle l’amore per la Santa Muerte?
R> ho vissuto sempre con lei e vivrò con la Santa Muerte finché morirò. Non è proprio che lei mi ha insegnato…lei la pregava, e visto che io dormivo nel letto con lei, la guardavo pregare; l’ho conosciuta così, poi con il tempo ho imparato più cose. Non so come lei l’avesse conosciuta.
D> com’era la sua Santa Muerte? di legno?
R> no, quella era una piccola stampina di carta, non era una statua, era un immagine di carta. La teneva lì, in bianco e nero, niente altro, solo un foglietto. Io venivo da Motolinia e la Santa Muerte ce la siamo portate dietro. La Santa Muerte è sempre esistita…è che avevamo paura dei giudizi della gente, di che? ci provava gusto a dire che siamo satanisti, che idolatriamo il diavolo, ancora oggi. Da che abbiamo messo l’altare fuori le persone la portano fuori con molta facilità, ma se chiedi alla gente che viene qui, loro diranno: “Sono devoto da 40, 35, 28 anni…”, è sempre esistita, solo che la tenevano nascosta.
D> parliamo dell’importanza del suo altare.
R> la statua mi venne regalata un 7 Settembre, me l’ha regalata mio figlio e l’abbiamo messa a casa. Ho aperto la porta e l’ho trovata, gli altri venivano a lasciare fiori e candele e allora dissi: “Perché non le costruiamo un altare fuori?” e così il 31 ottobre sono 5 anni che l’abbiamo fatto, eravamo 50 in strada, eravamo in tanti. Le persone sono via via arrivate, da sole.
D> cosa commentano le persone?
R> mi hanno sempre ringraziata per averlo fatto, anzi le chiedono che Dio mi benedica e che mi dia una vita ancora lunga, perché per loro è importante avere un luogo dove venire a pregarla. Tu sai che ci sono tantissimi altari, 800, e in tutti la si prega con messe e rosari. La differenza è che questo è il primo, e per questo viene tanta gente.
D> come ha cambiato questa strada?
R> la strada è la stessa, le persone che vivono qui sono le stesse, all’altare vengono però tante persone da fuori, sono più loro che vengono e non quelli di qui, in generale la gente va all’altare che preferisce. Quello che dice a me la gente è che qui c’è qualcosa che gli piace di più, che vuole pregare perché sente delle emozioni: “Sento una forza, non sai che felicità e quanta forza ottengo quando vado via”. Si dice che in questo altare ci sia qualcos’ altro, di speciale. Quelli che le chiedono favori mi dicono che lei li concede, tutti.
D> con i capelli la sua Santa Muerte sembra una bella signora.
R> mi incanta con quei capelli lunghi, mi interessa vestirla, quello che conta è che la guardo con tanto amore, tutto ciò che faccio lo faccio con tanto amore. Voglio che sia molto bella, così ne curo i dettagli esattamente come fosse una signora elegante. Altri le danno un nome, la chiamano “Flaquita”, “Niña”…mi hanno chiesto perché la chiamiamo la Santa Muerte visto che la Chiesa Cattolica non l’ha accettata. Rispondo che per noi è santa per tutti i miracoli che ci ha concesso, per questo noi la chiamiamo Santa Muerte, per la bontà che ha espresso con noi. Però è vero che la Chiesa non l’ha accettata.
D> può dirci come i poveri si rapportano alla Santa Muerte?
R> il punto è avere fede in qualcosa, quello che la gente più necessita è avere fede in qualcosa, avere una consolazione, credere psicologicamente che c’è qualcuno che ci aiuterà. Vengono e le chiedono aiuto, e lei glielo da. Loro dicono: “Lei mi da tutto”.
D> nessuno si sente respinto?
R> nessuno, accoglie tutto il mondo, possono essere ubriaconi, drogati, signorine allegre, ragazzi gay, gente con i soldi…abbraccia tutti non sceglie questo e questo, i bambini, a tutti… per lei siamo tutti suoi figli, ci guarda e ci ama. La fede è importante e lei è sempre esistita, non ci porta via ma è inviata da Dio. Dio le dice: “Vai da tale persona” e lei arriva, però non decide da sola. Noi le diamo la colpa: “La Morte me l’ha portato via”, ma non è colpa sua, c’è un solo Dio e c’è una sola Morte.
D> cosa pensa della sua morte?
R> quando entri in questa fede è come se l’assimili e non ne hai più paura. Ti insegna a vederla bella, quel giorno che andrò via, e non sarà ne il giorno prima ne quello dopo, aspetterò con calma. Le dico: “Quando vuoi, mamacita, portami via. Lasciami solo guidare i miei figli e dammi una morte tranquilla”, la accetti.
D> perché è consolatoria?
R> il prete in chiesa fa sermoni molto duri, ci rimprovera dicendo cosa dobbiamo fare, qui no. Qui vengono da soli con il loro cuore, così triste, abbattuti e con tanti problemi; la prima cosa che fanno è presentarsi di fronte a lei e dirle: “Aiutami madre. Ho un figlio in carcere, che devo fare non ho soldi; mettimi sulla strada una persona buona che possa darmi una mano a riavere mio figlio”, e questa trova un aiuto, capite? Vengono direttamente, non devono aspettare la messa.
D> perché attrae i giovani?
R> è la Chiesa che li rifiuta. Invece che consolare rimproverano perché si comportano male. Ma loro vengono a pregare per trovare un buon lavoro e lei li aiuta e allora diventano bravi ragazzi.
D> il rosario?
R> le sue preghiere sono sempre esistite. Prima di tutto chiedono a Dio il permesso di pregarla, il rosario è come quello che si fa per un defunto. Il rosario dice ‘primo mistero’ e si prega per i carcerati, seguono Padre Nostro e Ave Maria. Il secondo mistero e andiamo a pregare per il lavoro. In ogni rosario si prega per gli infermi, i carcerati, il lavoro, i morti, i ragazzi caduti nel vizio.
D> il problema dei carcerati?
R> per loro è un balsamo, una speranza per uscire. Io sono una che se ha tempo va nelle carceri, non ci ho nessuno dentro, grazie a Dio, ma vado a far visita alle prigioniere, voglio vedere i ragazzi. In tutte le carceri c’è una Santa Muerte grandicella. Mio figlio chiese una volta il permesso di fare un rosario dentro il carcere di S.Marta e glielo hanno concesso.
D> perché è successo proprio qui? E può uscire dal Messico?
R> lei è un raggio di luce così grande, è lei che ha voluto così. Voi siete venuti perché dovevate fare così, lei sa perché siete venuti, lei sa perché chiunque viene. Così come è successo che eravamo pochini e siamo cresciuti, così la fede può crescere anche altrove. C’è molta gente che lavora all’estero, Canada, Stati Uniti, comprano la loro statua e la portano con loro, e il culto cresce…tutto può essere.
D> perché toccano il vetro?
R> è la fede. dicono che toccando il vetro si prende forza, lei ascolta e concede, psicologicamente vanno via con più forza. Alcune persone dicono che è punitrice, che è maligna, ma non è vero. Se uno viene e le dice: “Santa Muerte, non ho lavoro, ti chiedo di darmi un lavoro, devo dar da mangiare ai miei figli…ti prometto una candela ogni lunedì.” Mettiamo che trova lavoro, però non gli interessa più la candela; ci pensa, psicologicamente, ma arriva lunedi e non prende la candela, quello dopo nemmeno…questa persona comincia a pensare: “Mi andrà male, mi punirà.” e per un caso della vita, prende una storta, cade, qualunque cosa e pensa che sia stata lei a castigarlo. Nooo, lui si è punito da solo, pensando che gli sarebbe successo qualcosa di male. Perché aveva promesso qualcosa che non poteva compiere. E’ la loro testa che fa pensieri negativi.
D> alcuni dicono che dalla devozione alla Santa Muerte non si può tornare indietro.
R> dicono cose tipo che ti porta via un familiare, è una menzogna. Se entri in questo credo ma vedi che non funziona per te dici: “Madre mia, grazie, ma mi ritiro” e te ne vai in un altra religione in cui ti senti a posto. E’ molto semplice: in ogni chiesa c’è un solo Dio, che è il Dio che sta con noi è il Dio di tutte le chiese. Se esci da qui e vai altrove vai sempre dallo stesso Dio, devi solo sentirti a tuo agio. Tutti nasciamo con un destino e tutti moriamo, punto. Il Dio che preghi tu è il Dio che prego io.
D> è mai stata in altari fuori da Città del Messico?
R> si, a Tepatepec, dove c’è la Santa Muerte della famiglia Hernandez, che ha già 70 anni, in casa, verso Idalgo.

CRONISTA TEPITEÑO

R> Tepito è un barrìo che conta 50000 abitanti quest’anno, nel 1984 eravamo 120000. Per strada ci sono 10000 commercianti e ora a fine anno 12000; siamo il mercato dei poveri, si vende roba riciclata, di seconda mano, importata, rubata; molti vengono a Tepito per provare emozioni. Il barrìo è marchiato. C’è gente che ha vissuto tutta la vita a Città del Messico e non è mai venuta a Tepito, appartengono alla classe media e alta della società; per loro sono stati creati centri commerciali scintillanti, dove poter comprare guardandosi negli specchi, non vengono in barrios popolari come Tepito. Quelli che vengono è perché hanno imparato a farlo da bambini, accompagnando i nonni che compravano qui. Si vendono stracci e scarpe, poi regali, elettrodomestici, cibo da strada, recentemente la pirateria. Con la pirateria il guadagno è passato dai pesos ai centesimi di pesos, quindi si è abbassato, ma la pirateria obbedisce alla necessità del governo di creare un ammortizzatore sociale.
D> c’erano altri commerci illegali prima della pirateria?
R> per molto tempo era famoso per il commercio di ‘fajuca’, elettronica di contrabbando. Arrivava merce di grandi marche che però non superava le norme standard degli Stati Uniti.
D> quando nacque il mito della delinquenza di Tepito?
R> dal periodo preispanico, quando qui vivevano i ‘mescaleros’ e da che qui si rifugiò il re Quautemazli, Tepito fece guerra agi spagnoli resistendo per 3 giorni. In Nagual si chiama ‘posto dove iniziò la schiavitù’. Da qui vennero i ‘bandoleros’ che lottarono per l’indipendenza del Messico. durante la Rivoluzione messicana in molti arrivarono dalle campagne e la fisionomia cambiò. Nacque il commercio di pelletteria per le scarpe e il barrìo fu il maggior produttore artigianale di scarpe della nazione fino al terremoto del 1935.
D> qui però si può trovare tutto
R> ci sono cose che non trovi più. All’epoca dell’oro nero c’era la prostituzione in questa strada, la corruzione aveva convertito in barrio in un puttanaio; non andava bene, no? Importanti letterati messicani si infervorarono; anche se da barrio degli indios era diventato barrio di puttane e ribelli, Tepito non ha mai concesso un solo metro quadrato del suo territorio a nessuno.
D> come è organizzato gerarchicamente?
R> il commercio è organizzato in 62 dirigenti. Abbiamo ottimizzato l’organizzazione per le difficoltà di controllo politico, sanitario e fiscale. Come l’abbiamo imparato dai nostri nonni. Qui significa anche essere svegli e non farsi prendere. Una strada è coperta da una organizzazione una sera e da un altra la sera dopo, così controlli anche l’organizzazione. Le faide nascono quando il confine del territorio viene superato, la lotta per lo spazio è molto forte. Nel barrio sono due gli aspetti importanti: lo spazio e il tempo. Per esempio, in Alfarerìa il momento più importante è lo scambio, il dono, perché una cosa regalata ha più valore di una comprata.
D> che rapporto c’è tra il mercato di Tepito e Alfarerìa?
R> il barrio ha perso il riferimento culturale, ha perso un po’ di spazio per l’urbanismo predatorio, per la ricostruzione, è nato all’improvviso il bisogno di nuovo spazio vitale. E’ come se si stesse simbolicamente riciclando uno spazio, una attività, una devozione. Alfarerìa però non poteva nascere qui, anche se oggi i fedeli sono anche qui non possiedono la stessa carica provocatoria.
D> La Santa Muerte è un riciclo simbolico?
R> un barrio come questo ha bisogno di ricreare il mito. Oggi si veste di bianco la divinità della crisi…il concetto è però strano. A noi la crisi ne l’Inferno ci spaventano, perché ilTepito è un inferno ed è sempre stato in crisi.
D> è vero che si è fedeli alla Santa Muerte per incutere timore nei nemici?
R> la devozione ha un linguaggio corporale fatto di gesti e colori. Prima c’era ‘la malinche’, poi la ‘mujer cingada’, poi ‘la Guadalupe’ e poi il mito nazionale della ‘Jorona’, ora la Santa Muerte. E’ il processo di un popolo soggetto sempre più alle imposizioni del clero, per cui è più importante la statua di Giovanni Paolo II di qualunque altra cosa religiosa.
D> come è diventata un collante sociale?
R> era la tipica devozione dei morti familiari con altare, non c’era l’immagine. I nonni ci hanno trasmesso che era un culto di carcerati, sotterraneo. Quando guardiamo l’altare privato di qualcuno, in esso sono rappresentate tutte le paure di quella persona, che sia dedicato alla Vergine, che sia Cristo Re è così. Un’immagine così ha provocato sconcerto nel clero, nella struttura religiosa formale, ma il sincretismo l’aveva già formata prima, già esisteva, esisteva in S.Marta, altro nome della Santa Muerte.
D> come era S.Marta?
R> una bella donna, come Jemaja, Santa Merta era una bella donna di carne e ossa.
D> perché la Santa Muerte nasce in carcere?
R> successe una cosa. Il cambiamento avvenne quando smisero di tatuarsi in carcere la Guadalupe o il Cristo e si fecero la Santa Muerte. Così cominciò il processo grafico-visivo: non tatuarsi più sulla schiena Cristo o la Madonna, ma la Santa Muerte.
D> perché oggi?
R> perché oggi c’è una matriarca potente, come Chetita [vezzeggiativo per Enrichetta Romero]. L’immagine le è stata regalata dal figlio, per ringraziarla di un favore. All’epoca lui era in carcere, dove aveva bisogno quindi di ricorrere a un aiuto più potente. La differenza è che mentre la Guadalupe fa miracoli, la Santa Muerte fa ‘parros’, ti toglie la ‘bronca’ [più o meno la perecuzione, che va da quella fisica alla sfiga]. Ci sono cose che non puoi chiedere alla Guadalupe, è una questione di etica, però alla Santa Muerte si…una fa le sue cose, l’altra le sue cose. [ride]
D> puoi chiederle anche di aiutati nel crimine?
R> una parte dei devoti vi è invischiato. Però si sta creando una devozione familiare, piuttosto che delinquenziale. A Tepito per es. ci sono gruppi di alcolisti anonimi, tossici anonimi, neuro-anonimi e narcos-anonimi…gente che aveva toccato il fondo e che cerca di riprendersi. Questi però non sono devoti della Santa Muerte, perché il programma di disintossicazione in cui sono inseriti, quello ‘Dei 12 passi’ è dei cristiani, e per partecipare puoi essere solo cristiano. Invece la devozione familiare cresce, anche i bambini hanno al loro immagine.
D> la percentuale di carcerati a Tepito è sopra la media?
R> effettivamente si. Un’ alta percentuale dei carcerati è di Tepito, significativa direi per determinate strade, o condomini addirittura. Dopo il grande terremoto del 1985 vennero costruiti palazzoni che ridussero la qualità della vita e distrussero il tessuto sociale. Tepito è a 8 strade dallo Zòcalo ed è suscettibile di una forte speculazione immobiliare, come negli USA, dove si fa l’Urban Removal, cioè rimuovono i neri. Tepito viene tenuta a un valore di mercato bassissimo, così è sempre suscettibile di espropriazione e progetti da ‘grande capitale’. Come si fa? Si criminalizza il barrio, lo narcotizzano, ne abbassano il livello di qualità di vita: “Che si ammazzino da soli”. Noi diciamo che Tepito fa paura solo ai coglioni, a quelli che non si accorgono che il Messico è diventato il Tepito del mondo, dove arriva tutto l’usato del mondo, tutta la spazzatura, e allora mangiala, vendila, riciclala.

NEGOZIANTE DEL MERCATO DELLA FLORIDA

R> Sono 12 anni che stiamo qui. La Santa Muerte veniva adorata già prima qui in Messico, come la Vergine di Guadalupe così la Santa Muerte. Le persone si rivolgono a lei come ‘Regina’. Tutti i quartieri del centro storico come Morelos e Tepito si rivolgono alla Santa Muerte… i carcerati…tutti quelli che hanno questa fede. E’ soprattutto fede o credenza in lei. Il suo nome è Maria e ogni colore significa qualcosa: bianco, verde, argento etc. Il color ambra si dice che è per i casi difficili, verde, oro e argento sono per i negozi e molti negozianti l’adorano per questo. Non è provato è chiaro, come con tutti i santi, ciò che ti salva è la tua vocazione al santo. Rosso è per l’amore, bianco per la salute e l’abbondanza, oro e argento per il denaro e la ricchezza. In Messico già ci sono molti posti e molte chiese dove si fa la messa alla Santa Muerte. Il primo di ogni mese ci sono processioni che portano in giro la Santa Muerte per le strade del centro storico e la portano da una chiesa all’altra. Nelle messe danno da mangiare e fanno doni, sempre perché sono fedeli alla Santa Muerte, è una forma di ringraziamento alla Santa per tutto ciò che le hanno domandato.
D> Quando sono arrivate le prime immagini nel suo negozio?
R> Da tanto tempo. Ho questo posto da 15 o 16 anni, ma è negli ultimi due da che siamo qui che le persone le si rivolgono molto. Alcuni ne hanno paura perché temono che lei se li porti via. Come dicevo, più che altro è fede.
D> Non hai paura della morte?
R> No. Quel giorno aspetterò che lei mi venga a prendere.
D> E nemmeno della sua immagine?
R> No, non mi fa paura. Al contrario, sento che lei qui, mi guida. Come la Vergine di Guadalupe è molto venerata in Messico, così per me la Santa Muerte rappresenta la stessa cosa.
D>Questa immagine secondo te è consolatoria?
R> Sì, per molte persone lo è. Anche io credo in lei. C’è molta gente in carcere che vi crede. I fedeli chiedono che lei venga registrata come patrona del Messico, che venga messa in un suo recinto al lato della Basilica della Madonna di Guadalupe, ma ora non è ancora permesso.
D> Ci sono state proteste per questo?
R> Sì, molte proteste. Tutti i commercianti di Tepito, del DF, protestano per ottenere un luogo dove mettere la Santa Muerte, ma non ottengono il permesso.
D> Può mostrare le immagini?
R> Questa è una delle prime immagini uscite della Santa Muerte, da qui ce ne sono state tante, diverse e colorate. La nera è una delle prime.
D> Tu sai quando arrivarono le prime candele?
R> Moltissimi anni, più di 40. Prima è stato il turno di Juan Diego, ora il suo, perché molti che la venerano sono carcerati o malati e si avvocano alla Santa Muerte.
D> la Santa Muerte fa le cose ma se non…
R> Si crede che provoca danni, ma io non credo che la Santa Muerte provochi danni.
D> E’ vero che la verde serve per combattere le dipendenze?
R> No, verde, oro e argento sono per i soldi. La nera per l’alcolismo, l’ambra è per i casi difficili. Si dice che sappia muovere lo spirito grazie alla sua trasparenza.
D> Perché sei vestita di bianco?
R> Mi piace vestirmi così. Quelli della Santeria si vestono così, ma io non c’entro.
D> Quando arrivarono le immagini?
R> Sono 16, 17 anni che lavoro in questo negozio ma conosco la Santa Muerte da sempre. Inizialmente trattavo oggetti di artigianato e bigiotteria e le persona mi chiedevano invece oggetti della Santa Muerte, come ‘escapularios’ o quadri etc. Così a poco a poco cominciammo. Sto parlando di circa 10 anni fa.
D> Sono in pasta?
R> Resina, tutte; quelle di gesso sono lì.
D> Sai chi le fabbrica?
R> In Puebla e in Toluca ci sono le fabbriche. Ci sono anche alcuni posti in città che le fanno in resina, ma le più importanti sono in Puebla e Toluca. Anche i nostri fornitori vengono da fuori.

PROPRIETARIO DELLA CAPPELLA PIU’ VICINA ALLA BASILICA

R> sono devoto da 30 anni. Mi avvicinai a lei per necessità economica, e lei mi rispose. Da che mi sono avvicinato a lei le cose sono andate bene, sento che mi protegge perché ho avuto anche degli incidenti, e grazie a lei, ne sono uscito illeso, senza ferite, ne danni. Ho sfasciato 4 macchine e non mi è successo niente. Due persone hanno provato a uccidermi, ma la pistola non ha sparato. La mia fede in lei è credere che mi abbia protetto. E mi ha aiutato economicamente nel mio lavoro.
D> la ringrazia con il suo altare?
R> questo altare io l’ho fatto perché le persone che desiderassero pregarla potessero farlo in un posto adeguato. Ora per le feste lo apriamo per farle cosa gradita, lo facciamo per tutto quello che ci da, per l’aiuto che ci ha dato. Con questo la ringraziamo.
D> ricorda la prima volta che l’ha vista?
R> 33 anni fa, perché mia madre mi avvicinò a lei e alla sua fede. Così fu che iniziai a pregarla per me stesso e per la mia famiglia. Con tutto ciò che mi hanno dato Dio e lei non mi serve altro, è sufficiente così.
D> che pensa della sua propria morte da che è fedele?
R> c’è un messaggio nella cappella, lasciato da un fedele… di certo non ho paura di morire. L’unica cosa è che vorrei morire senza soffrire, come tutti. Andiamo da lei, credo che con la fede che abbiamo, andremo con piacere.
D> come è cambiata la fede in questa cappella nel corso degli anni?
R> non è cambiata. Forse nel modo di ringraziarla, prima con i fiori, le candele e le offerte, oggi con queste celebrazioni.
D> sai a quanto ammonta il numero dei fedeli a Città del Messico?
R> a oggi l’incremento è abbastanza alto, perché già parliamo di milioni di fedeli della Santa Muerte nella Repubblica e nel DF ci sono tante cappelle. Ho 2 figli, e anche mia moglie…tutta la mia famiglia, mia madre e i fratelli, ho 5 fratelli…tutti, tutti siamo fedeli.
D> ma la cappella è ricavata da un negozio?
R> sì abbiamo fatto la cappella in quello che era un negozio perché….beh, è qui che potevo metterla.
D> E’ la cappella più vicina alla Vergine di Guadalupe?
R> sì, è la più vicina alla Basilica e voglio anche dire che non ho avuto nessun problema fino ad ora. Ci hanno permesso di celebrare le nostre messe e le nostre feste come è successo oggi.
D> molti fedeli della Santa Muerte sono anche fedeli della Vergine.
R> chiaro! Tutti coloro che vengono alla messa della Santa Muerte sono cattolici credenti della Vergine e di Dio.
D> il momento della benedizione delle immagini è il più intenso…
R> è il migliore. Il momento della benedizione delle immagini che il fedele porta è il migliore. La cosa più importante è portare la propria immagine affinché il prete la benedica. Possono provenire dalle case come dai negozi. La portano alla messa. Ce n’è una ogni fine mese. Il 2 novembre è festa grande.
D> e nel resto dell’anno?
R> nel resto dell’anno le persone vengono per pregarla, a farle visita, alcune vengono per conoscerla. Vengono da fuori, vengono dalla repubblica intera per conoscerla, soprattutto perché è vicina alla Basilica di Guadalupe.

VENDIRICE AL MERCATO DI SONORA

D> quando c’è stato il boom della Santa Muerte?
R> Credo da 2 anni, perché la Chiesa non voleva che la gente la venerasse, così ci fu una grande manifestazione e le persone la conobbero. Escono sue riviste ogni mese.
D> le riviste ti danno un contributo nel lavoro?
R> sì, perché pubblicano ricette per l’amore, per il denaro; loro la vedono sulla rivista la portano e dicono: “Voglio questo o quest’altro”. Vendo miele, candele, di tutto; tutto quello che vedono sulla rivista lo vogliono, sono tutti articoli che noi abbiamo. Che so, i ‘polvos’, che sono sempre esistiti, i profumi della Santa Muerte si sono sempre venduti, come le candele, le essenze.
D> pensi che la Santa Muerte sia legata alla Santeria?
R> credo che è sincretizzata con la Santeria, solo che li ha un altro nome, idossa un vestito di 7 colori.
D> sono più i poveri o i ricchi che vengono?
R> no, molto di più i poveri, e i giovani sono quelli che si stanno interessando di più a lei.
D> all’inizio ti faceva paura?
R> non mi faceva paura, magari non mi piaceva…dicevo noo, per me sta roba non si vende. Invece…

VENDITORE AL MERCATO DELLA MERCED

D> Da quanti anni sei qui?
R> sono 3 anni che sto qui e più di 7 che sto li, sì a Sonora.
D> quanti anni è che è arrivata la Santa Muerte?
R> Sono 7 anni, ma la fede è più vecchia.
D> come si è diffusa?
R> abbiamo cominciato ad avere le immagini e a esporle. Via via ne sono arrivate di diverse, sempre più grandi, fino alle ultime, che sono queste statue di cristallo colorato.
D> prima delle statue c’erano le preghiere?
R> ognuno dice che ogni persona ha un dono. Io ce l’ho. Sono nato con la falce della Santa Muerte, e con quella ho sempre curato. Curavo con l’immagine della Catrina, o della Santa Muerte, come preferite chiamarla.
D> quale è stato il periodo di maggiore devozione?
R> la Santa Muerte è ottima per le attività commerciali, ho molta gente che la compra per questo, dorata. Ho visto risollevare delle attività così disastrate…
D> tu fai anche ‘trabahos fuerte’? [sono lavori di magia]
R> sì. faccio ‘limpias’ [purificazioni]
D> come funzionano?
R> il paziente, come si dice, viene e ti spiega di che Limpia ha bisogno, ti racconta…tu gli dici se si può curare, se si può fare qualcosa e gli spieghi come, ogni caso è diverso. Vengono molte donne, prostitute e donne normali, donne ferite, ingannate, maltrattate, alcune vengono per una specie di vendetta.
D> perché la gente teme l’invidia?
R> L’essere umano è per natura invidioso, qui come in tutto il mondo ti invidiano anche la gomma che stai masticando. Per questo ci sono le protezioni, di ogni tipo, da quella da 10 pesos a quella ‘del cojote’.
D> Da dove vieni?
R> Morelos, Michoacan. Ogni terzo figlio nella mia famiglia nasce con il dono, quando muore il più vecchio il dono ricompare sul più giovane. E’ ereditario e noi lo usiamo per aiutare le persone.
D> ti senti libero di avere il tuo culto?
R> sì, qui siamo liberi, non come in Italia, dove c’è il Vaticano. Qui i pretini volevano togliere la Santa Muerte, ma noi siamo scesi per le strade a fare una manifestazione, e non ci sono riusciti, a toglierla.
D> a casa hai un altare?
R> non ancora. Ho una Santisima Apocaliptica e una in legno, però sono conservate in un posto speciale. Spero di fare una cosa in grande, voglio una morte grande in puro cristallo.

ELSA MALVIDO, ANTROPOLOGA

R> mi chiamo Elsa Malvido e sono ricercatrice presso l’Istituto di Storia da 40 anni. Sono ormai 30 anni che studio la Santa Muerte, il progetto “Salute e malattia dalla preistoria al XXI sec.” da 25 anni, un seminario di Demografia storica da 40 anni.
D> la falsa origine nazionalista del Giorno dei Morti.
R> nel 1833 successe una cosa determinante per la questione dei morti: il colera. Le sepolture vennero spostate fuori dai centri abitati, e francesi e inglesi, protestanti e massoni costruirono i loro cimiteri, perché in quelli cattolici non erano accettati. Il primo e il due novembre i ricchi adornavano le loro tombe, in stile europeo e i poveri iniziarono ad imitarli ponendo dei fiori sulle loro. Invece il giorno di Ongissanti era quando si chiedevano le indulgenze alle reliquie esposte nelle Chiese Cattoliche, in questo giorno è d’obbligo per le chiese mostrare le ossa dei santi. La gente ha dimenticato di essere cattolica e questo non lo capisco. Andavi chiesa per chiesa annotando su un libretto i giorni di indulgenza per ogni osso, così come aveva detto di fare il Papa, per evitare di finire in Purgatorio. Morire per sempre, invece che andare in Paradiso, finire nell’Inferno eterno, terrorizzava chiunque. Le persone collezionavano indulgenze chiesa per chiesa per evitare di finire in Purgatorio. E’ quello il giorno di Ognissanti. Le ossa che venivano mostrate si sono trasformate nelle ossa di pane, di dolce e di zucchero che si portavano alla benedizione delle ossa e si riportavano a casa, e si faceva l’altare del santo: si metteva il pane e il dolce benedetto con un’immagine del Santo prediletto della casa e con una candela. Ecco l’antesignano dell’altare dei morti, da un lato. Dall’altro le ossa dei santi sono state assimilate nello stesso periodo con i crani del Sonpantlimescica, una reinvenzione del tutto astorica derivante dal fatto che i Mescica, come tutti i popoli del mondo, avevano le loro celebrazioni nel confronto del glorioso passato…per i cari defunti insomma, che il castigliano dell’epoca tradusse in Nagual come ‘Grandi e Piccoli Morti’, cosa completamente cattolica. La Chiesa aveva perso il commercio della morte e per questo adesso ha accettato la cremazione, prima la gente si faceva seppellire e oggi si fa cremare.
D> ci parla degli altari privati della Santa Muerte e come si teneva prima la morte in casa?
R> la morte è quotidiana, come la mortalità infantile che in Messico è molto elevata. Le persone non muoiono negli ospedali ma a casa, si mettono le candele e si fa la camera ardente, morire è molto costoso. L’anno scorso ero in Venezuela e lì hanno l’altare dei santi della famiglia, noi lo abbiamo perso nel 1938, quando il governo di un presidente anticlericale e comunista reinventò il paese. Inventarono l’altare dei morti preispanico, ma non c’è mai stato un altare così, di che parlano? Bisogna vederla come una parte della cultura occidentale che si rinnova, si riprende e si reinventa. Oggi i nostri altari hanno le zucche di Halloween e in America la Festa dei Morti. Siamo uguali.
D> cosa veneravano 10 anni fa dove oggi si venera la Santa Muerte?
R> niente, Gesù Cristo. Queste chiese non esistevano, è una cosa sistemata sullo spazio pubblico e per cui si è fatta una messa. Ho una proposta: quando la Morte si presenta per la strada, esige devozione. Nel medioevo con la peste e durante la seconda guerra mondiale, quando con i teschi ci decoravano le divise naziste. Lo scheletro come icona della morte è universale, perché si usano femori e crani? Perché sono le ossa più resistenti. Da che il Messico ha sostituito la Colombia nel narcotraffico, la morte si è impossessata delle nostre strade. Cos’è l’unica cosa che può proteggerti dalla morte? La tua morte. L’immagine è stata ripresa dalla iconografia della peste, è la Grande Signora, come la chiamano nel mondo cattolico. La crearono loro; ci sono tanti libri che ne parlano, come ‘La Portentosa vita della Morte’ e che non ci vengano a raccontare che non è cattolico. Anche se ora la rinnegano sono stati loro a crearla.
D> ma nei casi dei fedeli che c’era 10 anni fa?
R> fanno le stesse cose che facevano al santo che c’era prima, la pregano come pregavano loro. Cosa è successo invece alla Chiesa cattolica! Che i suoi santi non fanno più miracoli e nessuno crede in loro. Stiamo vivendo un altro momento di grandi cambiamenti nella Chiesa cattolica: stanno per sparire il Limbo, reinventano il Purgatorio e la geografia dell’inframondo. Si inventa a seconda delle necessità.
D> i fedeli della Santa Muerte hanno possibilità di creare un canone?
R> non credo che possa succedere per ora, per questo si sono riferiti alla Chiesa cattolica ortodossa, quella che viene fuori da uno scisma all’interno della stessa Chiesa e che protegge questo culto. La Chiesa cattolica cerca di inventare altri santi, come S.Charvel, un eremita maronita! Che però porta molti soldi, anche i santi vanno di moda e anche la Santa Muerte è di moda.
D> cosa è successo qui quando la Santa Muerte è diventata pubblica?
R> niente. Solo la Chiesa cattolica l’ha rinnegata, perché i suoi già pochi fedeli la lasciano per il nuovo credo, quando invece il suo vero problema sono le chiese protestanti, che stanno prendendo il posto che la cattolica ha abbandonato dal XIX sec., io ripudio tutte le chiese, però nel loro caso hanno fatto cose positive nelle zone rurali, dove smettono di bere, di picchiare moglie e figli e lavorano, hanno il mio plauso.
D> anche nel caso della Santa Muerte ci sono racconti edificanti.
R> diffido. Chi erano i fedeli della Vergine di Guadalupe, chi si tatuava? Criminali, e alla chiesa non importava. In carcere se la tatuavano perché così era come dicessero: “Non ucciderai la Vergine, vero?” è uguale più o meno con la Santa Muerte.
La Chiesa dice che non si può santificare un atto, scusa io posso santificare chi voglio. Non sono i tuoi canoni, quelli sono i tuoi, ma io posso inventarmi i canoni che voglio, e santificare non è proprietà della Chiesa cattolica, ci possono essere santi, o ciò che la parola ‘santo’ può significare, in tutte le religioni, sicuramente. Qual è il problema, come può danneggiarla? Forse perché le diminuisce il commercio. Ora, ladri e narcotrafficanti sì sono i più grandi devoti, ma perché il loro rischio di morire è più elevato. Per esempio non so se tra gli ebrei di Polanco, le persone più ricche, troverai statue della Santa Muerte, però…se loro temessero quotidianamente di essere perseguitati, se si alzassero in un ambiente dove la morte li aspetta agli incroci, sicuramente vorrebbero essere protetti da lei. Vivere a Loma o a Tepito non è lo stesso, questo è tutto.
D> l’immagine della Santa Muerte ha sostituito quella della Vergine di Guadalupe.
R> no. Ho fatto una ricerca sulla iconografia della peste in Messico e la ricchezza è incredibile, in Europa poi incommensurabile, pensate a tutte le “Danze Macabre” dove la morte balla con tutti…questa poi viene dalla seconda guerra mondiale, quando i nazisti andavano in motocicletta. Tutto dipende dalla vicinanza alla morte e dai tuoi oggetti quotidiani; la morte nei cimiteri d’Europa è vestita di tutti gli oggetti quotidiani.
D> non tutti gli elementi sono cattolici.
R> anche qui c’è una forma di congiunzione: la chiesa di David [David Romo], disconosciuta dal governo, si è ibridata con i Santeros di origine cubana, da poco tempo entrati in Messico. A sua volta si è mescolato a molte altre tradizioni, come quella degli ‘Spiritualisti Trinitari Mariani’, anch’essa nata da un prete formato nella Chiesa cattolica che poi ne ha fatto una sua. Sono io che gli ho portato le foto che ho fatto in Europa, perché rinnovassero la loro iconografia! La mia morte alata che si trova ne più ne meno che in Vaticano, a Roma! Ho cercato la morte per tutta Europa e tutte hanno gli elementi di questa, sono tutti elementi cattolici, non c’è alcuna reinvenzione. Se vai alla processione della Settimana Santa a Seviglia, vedrai che c’è una immagine portata in processione, la ‘Canina’ che è un enorme scheletro seduto su un globo terrestre, con la sua falce così, in questa posizione. E’ una scultura del XVIII secolo. e prima di questa risulta fosse un uomo mascherato da scheletro, che significa ? Chi è? E’ Satana, il primo morto della chiesa, quello che viene ad avvisare noi che siamo tutti mortali. Il cranio che vedi sotto le croci simboleggia questo, è il cranio di Adamo, è il nostro essere mortali. E’ il trionfo della sacra croce sulla morte.
D> cosa sta sbagliando la Chiesa cattolica messicana?
R> c’è una seria persecuzione. non solo dice ai fedeli che stanno pregando altro, ma li minaccia di ‘scomunica’; credo però che i cattolici non abbiano più paura ormai, ne di quella ne dell’Inferno. Ci sono due chiese cattoliche qui, quella di S.Pasqualito Baillon e una a Oaxaca che hanno uno scheletro come quello di Siviglia, la Chiesa le sta perseguitando. Quando io dico che è la Chiesa ad essere la Muerte, perché è la morte di Cristo e la morte di tutti gli altri, perché devono imitare la sua morte, non la sua vita.
Quello che succede qui è che il folcklore e il nazionalismo spingono a credere che sia unico, straordinario o diverso; è la grande bugia. Un pittore molto famoso, Posada, bene: l’1% della sua produzione è di scheletri che si burlano del momento politico e della società, da cui viene la ‘Catrina’; a Bergamo c’è uno scheletro identico alla Catrina, con lo stesso cappello e lo stesso vestito. Quale novità? E’ una copia identica a quello che è arrivato dall’Europa. A me non me la raccontano.
D> ha visto ‘danze macabre’ messicane?
R> chiaro, ho rappresentazioni di diverse parti del Messico. Quello scheletro seduto portato in processione è parte di questo immaginario: è il ‘Trionfo della Morte’. La Santa Muerte è questo: una Danza Macabra, non un Trionfo, perché è vestita come una persona di noi.
D> insomma, dopo 40 anni di studi vede 5000 persone in Alfarerìa, che effetto le fa?
R> è lo stesso, a me dice la stessa cosa. E se mi giro e vedo la Vergine di Guadalupe mi fa lo stesso effetto: per me sono idolatrie. La gente ha bisogno di credere, di questo sono sicura.
D> credevo fosse più stupita.
R> per favore. E’ una vita che mi dedico a rincorrere la morte in tutta Europa, ne ho di immagini. Se è per questo c’è un Santo, protettore dei motociclisti, ha un altare di caschi. Chiaro, no? Se rischio un incidente, voglio che la chiesa mi protegga, se si chiama S.Cristoforo, “benvenuto a San Cristoforo!” e se mi dice che si chiama S.Pericolino, io vado! Non m’importa! Io voglio protezione. Se mi dicono che quest’albero fa i miracoli io corro dall’albero! Non ci credo, ma una toccatina io gliela do. Quello che so, dopo 40 anni, è che ho molta paura della morte e che non voglio morire. Nessuno vuole morire. La paura delle persone è uguale ovunque, solo Octavio Paz poteva dire la cretineria che noi messicani non abbiamo paura della morte…era un poeta…mi viene in mente la spettacolarizzazione della morte dell’ultimo papa, tutti l’abbiamo vista.
D> qualcuno dice che la Santa Muerte è preispanica.
R> è per le radici, i messicani hanno bisogno delle radici preispaniche.

PADRE JESUS DE AGUILAR

D> ci può parlare dell’ultimo articolo che sta preparando?
R> è sul tema della ‘Buena Muerte’. E’ molto relazionato con la cultura preispanica messicana. Questa tradizione deriva completamente dal concetto di ‘mitla’. Mitla in Nagual significa ‘morte’. Tutti i messicani hanno venerato quindi la morte. Nella cultura Nagual la morte era vista come una cosa naturale, i nagualtecos dicevano “Siamo come i fiori, esistiamo, viviamo, però dobbiamo anche morire.” quindi la vita dell’essere umano è fatta così, da un momento all’altro la morte può portarci via.
D> c’è qualcuno che ritiene che le origini del culto siano cattoliche.
R> con tutto il rispetto per questo collega credo che la Buena Muerte non abbia origini spagnole. Fa parte della cultura di questo popolo. Il problema è stato, per così dire, la desviazione. E’ nata cioè una anomalia, che nella fenomenologia religiosa si chiama appunto ‘desviazione del culto’.
D> perché è venuto fuori adesso questo culto?
R> semplice, perché oggi non esiste più nella Chiesa Cattolica il sacramento dell’ Estrema Unzione. E’ stato sostituito dall’ Unzione degli Infermi, ma sono differenti. L’Unzione degli Infermi è pensata per aiutare il malato a sopportare la sua malattia con pazienza. L’Estrema Unzione per permettere al malato di andarsene, di morire, lo accompagnava. La gente si sentiva più aiutata dall’Estrema Unzione. Il fatto è, come le dicevo, che sono comparsi posti, come il mercato della Merced, dove si pratica il culto alla morte, allo scopo di risarcire dalla mancanza della Estrema Unzione. All’inizio abbiamo pensato fosse frutto della fede popolare, che fossero in buona fede, poi notammo che erano nati dei commerci con quel motivo. L’utilità è cambiata, invece che l’Inferno è il guadagno. E’ caduto il principio e quello che si vede oggi è libertinaggio. Ma se noi prendiamo la morte secondo i principi cristiani, dobbiamo morire, ma questo è che dobbiamo anche resuscitare, la vita eterna. Il problema dell’uomo è che i morti non possono tornare a dirci “di là è così” ed è per questo che le 4 grandi religioni parlano della morte. C’è la base nagualtecos, ma non è quella che va cancellata, è la desviazione.
D> da quanto tempo è stata deviata?
R> sono più o meno 10 anni. Richiama l’attenzione il modo in cui la gente se ne prende cura a Tepito, ma l’idolatria è sempre il male; in definitiva però è successo da che Giovanni Paolo II ha sostituito l’Estrema Unzione con quella degli Infermi. Io sono stato in Italia già 3 volte al miracolo di S.Gennaro, il sangue che si coagula…è chiaro che non ci credo, però sono cose che si difendono.

INTERVISTA AI 3 GIORNALISTI DI ‘DEVOTIòN ALLA SANTA’

GERARDO parte1

D> ora raccontami della rivista ‘Devotiòn alla Santa’
R> pubblica da 3 anni è pensata per quelli che seguono il culto della Santa Muerte. Come progetto commerciale ha avuto un gran successo, ma è stata utile anche nel fare in modo che le persone riscoprissero e reinventassero il culto della Santa Muerte. La caratteristica chiave di questo culto è che sincretizza molti elementi di molti altri culti religiosi del nostro paese: dalla religione cattolica, l’influenza afrocubana, le stesse religioni preispaniche. Così come le persone offrono agli altari mele, candele, tequila, birra, così come ognuno se ne inventa una, così succede lo stesso con le credenze di queste persone. Se crede a qualche santo, per esempio a S.Judas Tadeo, allora mette lì un S.Judas Tadeo. La rivista recupera da un alto queste testimonianze e dall’altro inventa pratiche; e le somma, le incrementa. A loro volta le persone ripetono e amplificano quello che dice la rivista. Recentemente abbiamo pubblicato un rosario della Santa Muerte che era frutto di un rosario tradizionale della Chiesa cattolica sommato a estratti di rosari diversi dati in diversi contesti della città e del paese.
D> come avete fatto a lavorare per questa rivista?
R> E’ stato molto curioso. Un giorno vidi un annuncio “Cerchiamo un reporter per tematiche esoteriche”. Mai avevo visto un annuncio così. Scrissi della mia esperienza come giornalista e inviai un estratto del lavoro di Liz il quale, curiosamente, aveva una foto dei tempi della scuola con la Santa Muerte. Il direttore editoriale pensò a una tremenda coincidenza visto che crecava proprio per la rivista della Santa Muerte. Così una foto vecchia di 10 anni era proprio quello che cercavano. Ci misero in prova, per un articolo di cui non avevamo nessun dato. Cercammo su internet e trovammo una festa in Alfarerìa, andammo e ottenemmo il lavoro. Fu così che entrammo nella rivista. In seguito abbiamo apportato idee e oggi ne siamo i pilastri per quel che riguarda i contenuti documentaristici: interviste e foto.
D> la rivista esisteva già prima?
R> si, già esisteva, ma non aveva un carattere. Non è molto facile, perché la maggior parte dei fedeli della Santa Muerte è gente molto povera, è gente emarginata, che per non aver trovato riscontro nella Chiesa cattolica si è rifugiata in questo culto alternativo; si chiude molto, teme che gli altri la critichino. Noi siamo entrati facilmente in questi posti dove è così facile essere rapinati. Nessuno prima era riuscito a documentarlo, noi invece eravamo li per imparare, e a tutti interessava toccare il tema della morte, per me per esempio, che ho 42 anni e sono a metà della mia vita, è importante, perché quando stiamo invecchiando si comincia a riflettere sulla morte. Ecco, non è tanto per il culto.
D> parliamo delle altre riviste esoteriche.
R> ci sono ‘Mundo Esoterico’ , poi c’è ‘Devotion alla Santa Muerte’, ‘Altares’…la rivista ha capito che la Fede è un buon articolo da commercio. In Messico la Chiesa cattolica vive una crisi di credibilità e le persone si legano a piccoli culti che hanno molto in comune con la religione giudaico-cristiana. Non vanno più ad ascoltare il prete in chiesa e cercano alternative religiose. Escono riviste che se al secondo numero non vendono abbastanza vengono chiuse per provare ad aprire una nuova rivista; è una prova continua, se va bene, si produce, sennò no. La rivista che è crescita negli ultimi anni in tutto il paese è la nostra.
D> è distribuita in tutto il Messico?
R> in Messico, negli Stati uniti del sud e in centro America. Ho un aneddoto interessante: i primi tempi la rivista veniva venduta dalle edicole coperta da una plastica nera, quando uno la chiedeva, il giornalaio la metteva in questa busta e gliela dava, ora è esposta assieme alle altre riviste, come Men’s Healt. E’ sparito quel modo di pensare che è demoniaca e questo è stato il punto di vista che noi abbiamo spinto fin dall’inizio nel nostro lavoro: riscattare la parte più bella dal culto: quella che aiuta le persone a cambiare il loro stile di vita. Questo perché i fedeli del culto vivono in una fascia sociale bassa e hanno perciò problemi familiari gravi. Se credere nella Santa Muerte può aiutarli a risanare i loro ambienti familiari, questo era il nostro scopo, questo ciò che abbiamo fatto.
D> A parte i fedeli, chi altro la compra?
R> credo che al di fuori dei fedeli ci siano ben poche persone. credo che siamo noi che studiamo il culto a comprarla, ma il suo acquirente è il fedele. Può farlo qualche curioso, qualcuno a cui è stato detto che lei può cambiargli la vita. Le persone la vedono come un modo per aiutarsi, e la rivista li aiuta a rispecchiarsi nelle tante storie di gente che ha patito una malattia, o che era drogata o che rubava, che aveva la madre in ospedale… al lettore piace rivedere se stesso sulla rivista; anche perché i media messicani, come quelli di tutto il mondo, offrono modelli inarrivabili, grandi tematiche…o tematiche quotidiane, però interpretate da splendide donne e non certo pensando a quelli che vivono tali problemi.
D> qual è il posto più strano in cui l’avete trovata?
R> la città di Puebla, quella che ha la più grande concentrazione di chiese cattoliche del paese e più cattolici. Vedere che viene comunque venduto ciò che più di ogni altra cosa è considerato opposto ai princìpi cattolici….chiesi a un edicolante quante ne vendeva e mi rispose tantissime.
D> avete intervistato lettori prigionieri, carcerati?
R> ci sono dei carcerati negli Stati Uniti che leggono la rivista, anche nelle prigioni di Città del Messico. Hanno scritto al nostro editore di inviare la rivista anche nelle carceri degli Stati Uniti, per esempio a New York. Uno dei gruppi cha più ha dato forza al culto è proprio quello dei carcerati.
D> lessi una volta di una confraternita di carcerati chiamata la ‘EMME’. Ricevete molte lettere dal carcere?
R> non molte, però si. Certo il caso emblematico è quello dei latini rinchiusi nei carceri di New York che hanno richiesto la rivista. La direzione editoriale però ha scelto di non toccare apertamente temi che hanno a che vedere con la delinquenza. Nessuno vuole alimentare la parte delinquenziale del culto alla Santa Muerte: “Ieri ho ucciso uno e ho chiesto perdono alla Santa Muerte”….no, non ci interessa; sia perché avremmo problemi con la segreteria del governo, sia perché poi socialmente non condurebbe a niente, se non aumentare la violenza.
D> a parte dei delinquenti, è la religione anche dei carcerati, no?
R> la Santa Muerte è venerata da coloro che, per le attività che fanno, sono vicini alla morte: poliziotto, ladro, malato…la madre sola…nel rosario, così come si prega per il carcerato, si prega per la madre sola, per coloro che sono drogati. Per sua natura il culto è legato a coloro che per la loro attività sono vicini alla morte. il carcere è importante. credo che sia quello il posto dove il culto è nato e si è diffuso, però la rivista non è per i carcerati. Noi abbiamo provato ad entrare nel carcere per fare delle interviste, avevamo ottenuto il permesso e tutto era pronto, quando i prigionieri si sono rifiutati di parlarci. Prima sì e poi, durante gli accertamenti preliminari del carcere, si rifiutano. Credo perché c’è corruzione…così non siamo entrati, ne ancora abbiamo affrontato il tema.

ELISABETH

R> sì, sono io la fotografa.
D> hai un metodo con cui proporti per fare foto?
R> durante le interviste io fotografo il soggetto, cercando di coglierlo nel suo ambiente. E’ importante mostrare al lettore l’aspetto più bello della persona intervistata, non ci interessa mostrare le parti che non hanno nulla di positivo. Allegria o tristezza, ma dignitosamente. Ci sono immagini obbligatorie: l’altare e il padrone con l’altare. E’ importante come sono fatti gli altari, i colori, di modo che guardando le foto il lettore ne colga i particolari.
D> anche tatuaggi?
R> lo abbiamo fatto per uno speciale dedicato ai tatuaggi che affrontava l’interrogativo del perché si facevano permanentemente l’immagine della Santa Muerte
D> qual è la tua copertina preferita?
R> questa copertina è una delle nostre preferite. E’ un altare in Tlalzcala. il posto e l’incontro furono speciali, principalmente per il vestito della Santa Muerte, per la loro Niña Blanca vestita da sposa, per un voto che aveva fatto la madrina. Il vestito è fatto con la vera stoffa che si usa per gli abiti da sposa e lo ha fatto la proprietaria dell’altare, Fabiola. E’ curioso, perché ne ha preso le misure come se fosse in tutto e per tutto una persona.
D> la preferisci per l’immagine o per l’emozione provata?
R> per l’incontro. Vedere l’intera famiglia dentro al culto e vedere la Santa Muerte alta 1 metro e 30 e vestita così con tutti quei fiori, visualmente una immagine coloratissima.
D> fotografasti la Santa Muerte già da studentessa…
R> studio fotografia da 11 anni. in quel caso avevo un compito libero da fare per la scuola; tutti i miei compagni cercarono argomenti commerciali, io uno esoterico perché la mia famiglia è esoterica. Gli amici mi chiesero perché lo avessi fatto, visto che non era vendibile. Andammo al mercato di Sonora e l’impatto con l’immagine della Santa Muerte fu così forte: i colori, la morte rappresentata in immagine, era rossa…non sapevo cosa fosse la Santa Muerte, dissi: “Facciamo un altare alla Morte” e così la circondammo di candele e la fotografai. La foto venne bella e molto complessa, ma in effetti non l’abbiamo mai venduta. La incorniciai e la appesi in bagno. Qualcuno entrò e mi chiese perché avessi una sua immagine, forse non ero normale…Quando Gerardo vide l’annuncio noi nemmeno conoscevamo l’esistenza di una rivista della Santa Muerte.
D> cosa sapevi prima di lavorare a questa rivista?
R> niente, ne come si chiamava, ne che le si rendeva culto, ne che esiteva una rivista. Niente assolutamente.
D> vi riconoscono oggi?
R> ci conoscono perché è tempo che li seguiamo. Le persone ci riconoscono non solo in Alfarerìa ma in tutti gli altari. Credo che chi abbiamo intervistato, poi, si senta a loro agio e sereno con noi; quando leggono le loro storie si accorgono che noi cerchiamo di riscattare gli esseri umani attraverso i loro lati positivi, e questo li soddisfa. Loro confermano che gli sforzi fatti per cambiare i loro costumi sono fatti per migliorare, e piace anche a noi; ci sono persone che salutiamo con molto piacere quando le incontriamo. è una comunità e non sarebbe possibile seguirne il culto in modo alieno, esterno. Gerardo e io abbiamo a casa il nostro altare…non puoi fare diversamente. Cioè può esistere chi segue un culto senza invischiarsi, ma da più ricchezza farlo da dentro, quando visitiamo gli altri adesso, possiamo capire. Anche noi condividiamo questa esperienza, abbiamo il nostro altare, che puliamo, e lo facciamo perché siamo parte di questa comunità.
D> da una parte c’è l’orgoglio, dall’altra la diffidenza.
R> per noi entrare grazie alla rivista ci rese le cose facili. Alcuni hanno voglia di mostrare i loro altari per strada durante i rosari, possiamo definirlo esibizionismo, poi però hanno bisogno di un confidente…per raccontare la storia della loro fede, anche questo è un aspetto importante da esternare. Per l’esperienza fatta ora è più facile per noi arrivare a questo punto di confidenza, forse perché siamo più vicini a loro adesso perché siamo parte anche noi della comunità.
D> avete trovato diffidenza all’inizio?
R> prima non ci conoscevano, oggi siamo i loro compagni, siamo parte di loro oggi, anche se abbiamo abiti diversi e una vita diversa.
D> ti senti responsabile della moda degli abiti?
R> si, mostrare una sposa, come in questo caso, porta le persone a desiderare una sposa per il loro altare, la voglio più grande, la vogliono colorata…e quindi si incaricano della trasformazione a partire dalle immagini pubblicate. Quando una si diffonde crea il fenomeno del gusto collettivo, e tutti vogliono una ‘sposa’, o ‘la regina’.
D> quali hanno avuto più successo?
R> la sposa è una delle più importanti dei rituali, non solo per lo stile, ma anche per la simbologia per le donna, le più incaricate nell’organizzazione dei riti. Ora c’è questa tendenza per cui le persone si sposano con la Santa Muerte, esiste una festività precisa quando un ragazzo si sposa con la sua Santa Muerte, lui può conservarsi uro per tutta la vita, come in una coppia.
D> consci persone così?
R> Haime Garcìa si sposò con la sua Santa Muerte circa 20 anni fa. Come lavoro fa il ‘curandero’ e il sanatore con lei e al tempo stesso è rimasto single, la sua compagna è la Santa Muerte, non ne ha altre in carne e ossa. E’ celibe.
D> chi tra voi è stato il primo a conoscere il culto?
R> entrammo tutti e tre nello stesso momento. fu nell’ agosto del 2005, un anno e mezzo fa.

IL TERZO

R> quello che le promettono è che promuoveranno il culto. Sposandosi con la Santa Muerte il fedele non solo deve mantenersi celibe ma promuovere anche il culto. Il matrimonio con la santa è come l’obiettivo della santa. Per Haime una ragione del celibato era mantenersi fedele alla Santa Muerte come suo sposo, un’altra era conservare ogni energia per il suo lavoro, non fare sesso gli permetteva di concentrare più energia, così è che lui lavorava.
D> come mai i fedeli non hanno un rituale funebre speciale?
R> credo che non hanno un rituale funebre preciso a causa della vicinanza con la Chiesa cattolica. Esiste l’abitudine tra i curanderos di evocare la morte però ha a che vedere con il loro lavoro, non con la Santa Muerte.
D> e in futuro?
R> oggi non so, può essere. il culto cresce in modo impressionante e credo che si, lo avrà.
D> il rituale si sta creando ora?
R> abbiamo conosciuto molte persone che scrivono le orazioni per la Santa Muerte, molte di cui si basano su preghiere esistenti. Uno è Jurek, poi c’è Lourdes, Martin George, etc…scrivono le preghiere, le stampano e le distribuiscono. Sono quelle che vedi in giro.
D> ti emoziona pensare che potrà durare secoli?
R> non me ne frega niente, quello che mi colpisce altro. Le storie delle persone, gente perduta che non può fare nulla e che si salva con la Santa Muerte, questo mi commuove, è quello che cerco di mettere nei miei articoli.
D> hai sentito di miracoli o apparizioni?
GERARDO> è molto interessante la domanda di prima, perché è vero che il culto si sta inventando e noi lo stiamo inventando. L’editore stesso scrive le preghiere, sono certo che se scrivessimo un libro, le decine di migliaia di persone che seguono il culto lo prenderebbero come la bibbia. Questa, la rivista, è a detta loro, la bibbia della Santa Muerte. Le persone sono avide di una costruzione formale tale che permetta loro di dire “guarda che questa religione esiste, per questo e questo…” E’ quello che abbiamo cercato di fare col documentario, scoprire le sue influenze e dare alle persone gli elementi per dire “ciò in cui credo ha dei fondamenti”. Non posso paragonarlo al cattolicesimo, che ha secoli di tale costruzione, però possiamo vederlo così.
D> torniamo alle apparizioni…..
R> molti raccontano i miracoli che ha fatto. Certo però che poteva succedere anche in un altro modo, però loro lo attribuiscono a lei. Apparizioni tante. Ci raccontano di sentire la sua presenza al loro fianco, c’è chi la tocca chi la sogna, a molti dice in sogno cosa fare. E’ interessante da mettere in rivista e al contempo è quello che i lettori chiedono, vedere che ha fatto miracoli a qualcuno. Appaiono macchie alle pareti, sulle candele…uno che intervistammo aveva sulla mano l’immagine della Santa Muerte, formata dalle pieghe del palmo. Chiaro che uno scettico come me ci mette un po’ a vedere l’immagine. Vidi a Salamanca de Juahaco una Santa Muerte che piangeva e nella stessa casa in molte candele si era formata una figura, incluso su un tronco di albero. Alla gente appare ovunque, i non credenti che vedono questo si incuriosiscono si avvicinano e finiscono per diventare devoti.
D> dove è più forte la devozione?
R> Città del Messico, specie centro e zona orientale, è il posto che concentra più devoti e messe e rosari sono più frequenti qui che altrove. Qui ne DF.
D> quante possibilità ci sono che questo culto possa uscire dal Messico?
R> per ciò che ne sappiamo noi è già uscito. Molti latini e messicani che vivono negli stati uniti hanno il loro altare. Credono nella Santa Muerte a Chicago, Los Angeles, New York, lo abbiamo saputo da chi è tornato. Un prete ci disse che anche in centro america c’è il culto, così come la conosciamo.
D> esiste una influenza Yoruba?
R> il culto è veramente composto da molte religioni. E’ chiaramente basato sulla cattolica, però ognuno vi mette ciò che conosce, parte di ciò in cui crede. Chi conosce la santeria vede un sincretismo tra la Santa Muerte e Los Ochas della religione Yoruba, come Jemajà, Ojà…l’altro non me lo ricordo, ma sono in tre. Però questo aspetto è presente tra i curatori, che usano sia la Santeria che la Santa Muerte, compiendo questo genere di sincretismo. Per molti santeros la Santa Muerte è un modo di lavorare di più, tutto però dipende da ognuno, da ogni devoto.
D> non esiste alcun luogo in Messico dove la Yoruba supera il cattolicesimo?
R> no. la Yoruba è minore, il cattolicesimo maggiore.
D> attitudini tra l’altare domestico, privata, il rosario collettivo, pubblica, i curanderos.
R> credo che di base le attitudini siano queste 3, anche se l’attitudine privata dell’altare in casa ha molto a che vedere con quella pubblica del rosario, anzi, praticamente è la stessa, sì, perché la gente dal rosario apprende il culto, dalla rivista e dal rosario. Queste riunioni come in Alfarerìa insegnano come costruirle l’altare, credo perciò siano la stessa. Dall’altra parte ci sono I Santeros. Credo perciò siano due attitudini.

GERARDO parte 2

D> quello che dicevi prima, la creazione di un canone religioso.
R> le riviste sono servite per generare un culto, una struttura. Il fatto è che nasce in forma popolare, si è scritto, fotografato e ripreso le manifestazioni di questo culto in diversi luoghi, ognuno di questi gesti ha contribuito a formare una bibbia, o una regia, del culto. Non c’è nessuno che si è occupato di archiviare tutte queste produzioni per creare una struttura teorica del culto; cos’è dove va, come qualunque altra filosofia, no? Qual è il sentimento della vita a partire dal culto della Santa Muerte, dell’universo, di dio? Nessuno ha pensato di scrivere di questo. E’ certo che ogni cosa scritta da qualcuno su questo va formando la struttura che i devoti stanno recependo.
D> la forma del rosario aiutò Alfarerìa?
R> cerco di dire che stiamo costruendo una religione in un modo o nell’altro noi che stiamo documentando questo culto. Chi dice il rosario inventa una frase, scrive una preghiera che distribuisce alla folla di devoti, succede perché loro sono avidi di sapere cosa fare e come farlo, perché a generare le religioni sono proprio queste macrostrutture che ti dicono cosa devi fare per essere bravo, cosa per ottenere il regno dei cieli e cosa per andare all’ Inferno; è lo stesso nel caso della Santa Muerte. C’è chi dice che la Santa Muerte castighi e chi dice di no, esiste una varietà di miti per questa religione.
La grande domanda è : quanto durerà? o quanto durerà commercialmente questa rivista? Il direttore ha espressamente parlato di reinventare la rivista, così ci siamo concentrati sui miracoli e la generosità della Santa Muerte verso i devoti. Però ci sono molte altre cose da fare, ad es. dovremmo intervistare voi a dare alla gente questa intervista, comprenderebbero che non sono solo i credenti o i messicani a essere interessati. Reinventiamo il culto perché serve loro a identificarsi. Dal mio punto di vista è la gestazione di un culto, che se avesse più giornalisti e scrittori a documentarlo, diventerebbe una religione. Il nostro editore ha inventato preghiere che ora si dicono in Alfarerìa. Le dicevo, si chiama Lourdes, “E’ incredibile che la preghiera che hai inventato alla scrivania la stanno recitando in 3500 persone in Alfareria! Te lo saresti mai immaginato?” lei lo ha fatto perché lo doveva fare, è il suo lavoro.
Sociologicamente stiamo assistendo al bisogno di spiritualità di un popolo, da una parte questa è soddisfatta da gente in buona fede come il nostro editore, che cerca di aiutarli, dall’altra ci sono opportunisti: curanderi fasulli che non sanno fare niente, preti che dicono di essere preti, ma che furono espulsi dalla Chiesa cattolica e non si è saputo perché, che si sono avvicinati alla Santa Muerte e le recitano messe perché è quello che vuole la gente.
Sì, esistono sacerdoti o ex-sacerdoti di origine giudaico-cristiana che per qualche motivo uscirono dalla chiesa e incontrarono la Santa Muerte dall’altra parte, che li ha accolti. Questo è l’aspetto magico di questo culto: che accetta tutto il mondo, non importa da dove vieni e che hai fatto, non solo ti accetta, ma ti da anche da mangiare; questa è la realtà e non una menzogna.
D> che possibilità c’è che si formi una leadership?
R> possibile, ma devo dire che anche per la natura stessa del culto, non ho visto una persona di abbastanza cultura che possa spuntare, che sappia elaborare un decalogo, un saggio ben documentato o che sappia organizzare le persone. Succede che litigano tra loro per avere più fedeli e questo in parte è la ragione perché altri non lo prendono sul serio. Questo aspetto politico del culto è pieno di spazzatura, questa è la verità. lo conosco più o meno, ma non mi interessa approfondirlo, perché se vuoi più devoti nel tuo centro religioso è perché contemporaneamente vendi cose, è per avere più denaro. Nel caso della signora Enrichetta Romero ho visto che ha aiutato le persone giorno per giorno, e lo vedo fare ancora, in modo sano e positivo. Nel caso del prete David Romo, già il posto mi sembra sinistro; non l’ho visto, ma molti fedeli che conosco mi hanno detto che è come una Chiesa cattolica, che ha 3 donne, 10 figli qua, 3 li due li, soldi…cose che a me non piacciono.
D> paragoniamo l’aspetto evangelico e apostolico contro quello del potere del narcotraffico.
R> da una parte c’è la fede autentica, che viene fuori naturalmente nel rosario, dall’altro la festa e il fasto del culto. Religione autentica e spirituale da un lato, coloro che si vivono vicini a Dio e alla Santa Muerte, così lo abbiamo visto e lo abbiamo documentato. Dall’altro il fasto, le feste, i fiori, i mariachi, che costano e suonano per ore per la Santa Muerte; o l’oro che si vede sulle statue. Bene, per come la vediamo noi, quest’ultimo deriva da come i sepolcri venivano composti nella tradizione europea. Tra gli indigeni esistevano feste enormi in cui si offrivano cose alla morte, anche in Europa esistevano grandi carovane funebri piene d’oro; questo aspetto ha a che vedere tanto con l’influenza eropea quanto con quella preispanica: abbiamo un culto che esprime entrambi gli aspetti, che dovevano pur comparire da qualche parte. E sempre abbiamo da un lato il tema del denaro, dall’altro la fede autentica.
D> occasione di redenzione o orgoglio di appartenenza?
R> appartenere al culto con un tatuaggio è appartenere a un gruppo. Identificativo e soprattutto l’orgoglio di dire: “Io sono vicino alla morte, la morte mi guida, la morte mi difende”. Non credo che la morte esiste, ma credo che ci sia una grande concentrazione di forza su questa iconografia, ha un lato malandrino, ma fa sentire forte, come a me a tante persone, incluso in un ambiente come Tepito, dove vivono molti fedeli. Ora ci conoscono, ma la prima volta che ci siamo andati abbiamo comprato una Santa Muerte e ce la siamo portati in braccio, perché loro pensassero “anche loro sono devoti, quindi vanno rispettati e non gli facciamo niente”. Seguire il culto, marcare il corpo, indossare oggetti che lo dicano, ti rende parte di un gruppo, ti rende forte. L’immagine stessa è di forte impatto, pensare che la morte ti accompagna, che è tua amica, sta con te…ad es. per chi ha figli è importantissimo: “Che la morte non si prenda i miei figli”…perché i figli sono il baluardo della vita, credo che il principale obiettivo della vita nei paesi del terzo mondo sia avere figli, è visto come la più grande ricompensa della vita, perché la maggior parte non ha soldi per vivere, solo per sopravvivere, e perdere un figlio diventa molto importante. Allearti con la Santa Muerte vuol dire proteggere tuo figlio, la ricchezza più grande che hai.
D> quante copie vende ‘Devotion alla Santa’?
R> ‘Devotion alla Santa Muerte’ vende 20000 copie ogni 15 giorni.
D> concorrenti?
R> ci fu una rivista, non so se esiste ancora, perché era incasinata, si chiama ‘Santisima’, sappiamo si vendeva, ma non con che successo, via via ci sembra si vende sempre meno. La verità? Non c’è paragone con la nostra, la qualità fotografica nostra è di molto superiore. Credo che loro fossero più interessati all’aspetto sinistro del culto, le loro immagini sono tutte così…che fanno paura. In termini commerciali credo che noi attraiamo perché guardiamo agli aspetti positivi, non alla parte malvagia. la gente non vuole il sinistro o il terribile, un ladro o chi lo è stato non è interessato a vedersi tutto cattivo su un giornale “ne ho uccisi 20, però ora mi sono ricreduto”…no, gli interessa “ora sono buono, ho una famiglia, adoro i miei figli, ho un lavoro, regalo dolci ai credenti” non la cosa orribile che fa paura. Ricordo che uno viveva in una zona medioalta della città, uno che si drogava con solvente per la pittura, e a casa maltrattava figlia e moglie. Ci raccontava la sua storia per la rivista e ci diceva “però ora è tutto diverso”. Voglio dire che alla gente non interessa parlare delle sua miserie ne ricordarle. Quando chiediamo una foto non vogliamo gli occhi fuori così, vogliono vedere una foto di famiglia dove si vedono vivere, tutti abbracciati, con la loro Santa Muerte.

Audio rubato

R> c’è questo mito che se tu rubi oro o soldi a un altare 2 isolati dopo ti ammazzano.
Molti giovani ci hanno raccontato di padri alcolizzati e violenti che sono cambiati.
La Santa Muerte è una ribellione se vista accanto al cattolicesimo. Vederla per strada…ha trovato forza in Tepito perché è il mercato nero per eccellenza in tutto il paese, tratta ogni tipo di prodotto per via illegale e legale: marijuana, coca, armi, elettronica, musica, anche merce carissima, questi vivono nella marginalità da generazioni, perché se rubi il cattolicesimo…
Come dice la nemica di Donna Cheta, Donna Blanca, “Donna Cheta fu la prima a mettere per strada l’altare, e tutti ci identificammo”. Sarebbe bello capire come fa un essere umano a identificarsi con una iconografia e con il tema della semantica trasmessa da quella, nel caso della Santa Muerte i ribelli e gli emarginati si identificano perchè la santa non può rappresentare noi altri.
Quelli che vivono pericolosamente non si sentono mica protetti da una Vergine Maria, così bella e perbene, sobria. Vogliono un’immagine di potere e protezione. Un angelo?…bah…quando tu sei una persona che vive quotidianamente rischiando la vita…un angelo non ti dice niente.